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24 Aprile 2024
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Bastia Umbra Politica

PD Bastia, mercoledì 2 dicembre ore 21 presso la nostra sede parliamo di riforma della Pubblica Amministrazione in Umbria.

In questo primo step vogliamo puntare l’attenzione sulle riforme istituzionali che interessano il nostro territorio regionale. E per farlo non possiamo che partire dal percorso dell’attuazione della riforma Delrio che ha investito le nostre Province.
 
Tale riforma, ancorché incompleta ha comunque già rivoluzionato l’assetto istituzionale, trasformando le province che conoscevamo in Enti di area vasta, riservando loro un numero limitatissimo di competenze ed imponendo il ritorno” alla gestione diretta della Regione di tutte quelle materie il cui esercizio era stato delegato.
 
Su tale tematica dobbiamo rivendicare con orgoglio l’intervento tempestivo della Regione Umbria che è stata tra le primissime ad adottare una normativa di attuazione e che oggi vede ormai dietro l’angolo il completamento del percorso di riallocazione del personale, con la firma del Protocollo d’Intesa con le rappresentanze dei dipendenti dello scorso 21 ottobre, nonostante i vincoli di bilancio quantomai stringenti cui la stessa Regione è sottoposta. Possiamo prevedere con prudente ottimismo che entro la fine dell’anno il percorso di riallocazione potrà concludersi anche per quelle categorie di lavoratori che non sono potuti rientrare nella previsione del protocollo d’intesa.
 
Pur volendo superare le polemiche che in questi mesi si sono trascinate intorno al problema dei dipendenti delle province, non possiamo non ribadire l’impegno costante del nostro partito e dei nostri amministratori nel garantire e tutelare il posto di lavoro e la dignità professionale delle centinaia di dipendenti interessati dal riassetto nonché della questione legata ai precari.
 
All’approssimarsi dell’entrata in vigore della riforma è ormai ben delineato il profilo del nuovo ente di area vasta che, oltre a continuare ad esercitare le poche competenze rimastegli in capo, nella nostra regione si avvia a divenire un vero e proprio centro servizi per i Comuni, a supporto dell’attività di questi ultimi, al quale delegare tutte quelle attività e quelle funzioni cui i singoli municipi da soli non riescono a far fronte oppure vi riescono ma a costi molto più elevati.
 
Classico è il caso della centrale di acquisti; l’assessore Bartolini ama ripetere l’esempio della tutela legale del Comune che potrà essere demandata all’avvocatura provinciale con costi molto più contenuti. In realtà di esempi e di ambiti d’attuazione se ne potranno individuare moltissimi (buste paga, ufficio unico espropri, assistenza per progettazione comunitaria, per piani regolatori, ecc.), a condizione che da parte dei comuni vi sia lungimiranza e razionalità nelle scelte organizzative e nelle politiche di acquisto.
 

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Proprio parlando di Comuni non possiamo sottacere che le piccole realtà, anche alla luce degli attuali limiti di bilancio, rischiano in prospettiva di non essere più in grado di affrontare la complessità e i costi dell’azione amministrativa.
 
L’Ente di Area Vasta può senz’altro fornire un aiuto, ma è altresì evidente che andrà avviata dal basso e nei territori una riflessione sul tema delle fusionitra comuni laddove emerga una chiara e netta contiguità storica e culturale.
 
Siamo ben consci delle difficoltà che simili soluzioni incontrano in larghe fette dell’opinione pubblica, ancora oggi tenacemente attaccata al proprio campanile. E’ d’altro canto fondamentale analizzare e guidare i processi di maturazione del comune sentire, sapendo informare in modo maturo gli elettori sui benefici di tali soluzioni.
 
Se la bocciatura elettorale della fusione dei comuni dell’Orvietano ancora oggi rappresenta una sconfitta cocente, ciò non deve farci arretrare a prescindere, ma deve spingerci ad un maggior impegno nel coinvolgimento della popolazione, che dovrà essere e sentirsi protagonista di tali processi.
 
Massima attenzione e interesse quindi ad ogni iniziativa di questo tipo, come ad esempio quella che sta muovendo da Gualdo Cattaneo e Giano, con un progetto ambizioso intorno al quale dovremo costruire un consenso quanto più ampio possibile e dovremo far sentire il sostegno dell’intera comunità regionale.
 
Ciò che il Pd Umbria propone è che la Regione adotti un vero e proprio programma di affiancamento ai Comuni che intendano intraprendere dal basso un simile percorso, un pacchetto comprensivo di misure premiali – in parte già esistenti ed in parte da mettere a punto –, di servizi e di competenze, per facilitare quanto più possibile la realizzazione di un progetto impegnativo che può avere speranze di successo solo ove sia sentito come una prospettiva utile e conforme alle dinamiche del territorio.
 

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Più in generale, il grande tema su cui questa legislatura regionale dovrà misurarsi è quella della Semplificazione dell’azione Amministrativa.
 
Ancora oggi, nonostante i significativi passi in avanti registrati, i cittadini si scontrano con un sistema burocratico complicato, contorto, spesso percepito come ostile: assistiamo a un vero e proprio spezzatino” delle funzioni a vari livelli che rendono il quotidiano dei privati e delle imprese quantomai difficoltoso.
Per questo la nostra azione politica deve andare nel segno del coinvolgimento e della trasparenza per avvicinare il cittadino alle istituzioni e permettere una partecipazione consapevole alla vita politica.
L’impegno che il Pd Umbria chiede alla Regione è l’adozione di un’apposita legge regionale (vogliamo chiamarla #IoAmministro?) che, con un forte investimento nel digitale, consenta di mettere a disposizione piattaforme per condividere e co-progettare le politiche regionali con consultazioni pubbliche online, per la preparazione dei testi legislativi e dei principali atti di programmazione, e forum on line che porteranno nelle sedi istituzionali il dibattito pubblico sulle scelte infrastrutturali di livello regionale  consentendo a cittadini, imprese, associazioni di indirizzare la regione nelle scelte strategiche.
Se la trasparenza è l’obiettivo politico cui miriamo, non possiamo che ribadire l’assoluta centralità di una forte spinta sull’agenda digitale, volta alla totale dematerializzazione dei procedimenti che, oltre a ridurre i costi ad incrementare l’efficienza dell’intero sistema, trasformerà la Regione in una Casa di Vetro, consentendo a chiunque in ogni momento di accedere via web alle informazioni dell’amministrazione regionale comodamente dal proprio smartphone, consentendo al cittadino l’immediata valutazione delle pratiche amministrative.
Sempre la spinta sul digitale dovrà caratterizzare il secondo piano per la semplificazione, da redigere col coinvolgimento e la partecipazione attiva di tutti i destinatari, quali imprese, forze sociali e di categoria, associazioni, professioni, Università, ecc.

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Altro tema scottante dell’attualità politica al quale non possiamo sottrarci è quello della valutazione dei dirigenti pubblici.
Al PD, che è forza di governo tanto a Roma, quanto in Umbria e nella maggior parte dei comuni della regione, si impone un intervento incisivo che realizzi criteri di reale meritocrazia, di responsabilità, di risultato, con valutazione su criteri oggettivi e scientifici, ottimizzando i processi di fissazione, verifica e controllo degli obiettivi.
Non possiamo tollerare, come è accaduto in passato, premi a pioggia di cui hanno beneficiato la quasi totalità dei dirigenti, ma dobbiamo imporre una selezione rigorosa e severa, prima di tutto per rispetto di quei dipendenti virtuosi, che ogni giorno col loro operato contribuiscono al buon funzionamento della macchina pubblica.
Su questo tema attendiamo una risposta di massima incisività dall’Amministrazione regionale.
 

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Ultimo aspetto delle riforme istituzionali su cui porre la nostra attenzione è il riordino delle Agenzie regionali e delle Partecipate pubbliche.
Già nel corso della scorsa legislatura regionale sono stati conseguiti importanti obiettivi di razionalizzazione e semplificazione, con la soppressione di importanti agenzie regionali come l’ARUSIA (Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione in agricoltura), l’APT (Agenzia di promozione turistica) e l’AUS (Agenzia Umbria sanità) e con il riordino delle società pubbliche operanti nell’ICT (informatica e telematica), e con l’avvio di riforme come quella delle Comunità montane, che necessitano di una rapida conclusione.
Nonostante il grande lavoro fatto in questi anni, permangono alcune criticità quanto a trasparenza di rendicontazione finanziaria ed in termini di governance e monitoraggio, sulle quali è necessario intervenire con una legge regionale di riordino del sistema delle agenzie e delle partecipate secondo un modello unitario di governance, uno schema di contratto di servizio, la definizione del modello di controllo analogo per le in house, ecc., prevedendo i percorsi di accorpamento, riorganizzazione dei vari enti e armonizzazione giuridico-statutaria di altri nel territorio regionale, come ad esempio i GAL.
In particolare, riguardo alle agenzie regionali l’accorpamento e la riorganizzazione avverrà per materie omogenee, con l’introduzione di un rapporto di agency, volto a regolamentare la missione di ciascuna agenzia, da finanziare in base ai risultati attesi e prodotti.
Analogamente per le partecipate, nell’opera di razionalizzazione ed efficientamento occorrerà prendere in considerazione alcuni dati di riferimento quali: il fatturato, utili/perdite, situazione finanziaria, quota di partecipazione, eventuale duplicazione di funzioni, utilità, qualità dei servizi, entità dei contributi erogati, investimenti, know how, benchmarking.
Gli indicatori economici oggi reperibili individuano la massa critica ottimale per l’erogazione di servizi pubblici in 4 milioni di utenti. E’ del tutto evidente che si deve procedere verso un percorso di accorpamento delle società di erogazione di servizi pubblici, con l’unificazione dei soggetti operanti in Umbria (tenuto conto della valorizzazione delle best practice regionali rispetto alle criticità) e valutando altresì la possibilità di sinergie con le regioni limitrofe, per sfruttare al meglio le economie di scala.
Va in questa direzione la costituzione e messa in opera dell’Autorità Unica Rifiuti e Risorse Idriche (AURI) il cui statuto verrà ad essere approvato entro la fine dell’anno.
Inoltre dovranno evitarsi posizioni di concorrenza con soggetti privati che erogano il medesimo servizio, come pure si dovrà dar corso alla dismissione di micropartecipazioni. Un’attenzione particolare si dovrà avere per quei soggetti con perdite prolungate, oggi non più sostenibili alla luce dello stato delle finanze pubbliche (per il dettaglio si rimanda alle linee guida: pag. 77-78 programma regionale Partito Democratico).
29/11/2015
Lino Borgarelli
Unione PD Bastia

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