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Bastia Umbra
19 Aprile 2024
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Nazione

«Si arrampicavano di notte, lo sapevano tutti»

LA PROTESTA DOPO LA MORTE DEL QUATTORDICENNE PRECIPITATO DAL PALO CHE REGGE LA RETE PARA-PALLE
A Bastia tra la rabbia dei residenti: ‘Non era recintato, qui misure di sicurezza inesistenti’
LE PORTE A TERRA Un continuo via vai di persone sulla zona teatro dell’incidente
BASTIA UMBRA –«ERA NORMALE che, prima o poi, qualcosa di brutto sarebbe successo. Questo è un posto «invitante» per i giovani che vogliono divertirsi in modo spericolato e sono parecchi quelli che di notte si arrampicano sui pali di ferro del palasport. Lo sanno tutti». Dopo lo choc per la morte di Antonio Perrella, il 15enne di Bastia Umbra che nella notte tra sabato e domenica è precipitato dalla rete salva-palloni del campo da calcetto dell’ex Giontella, i residenti passano all’attacco degli amministratori dell’area sportiva comunale. A parlare è Claudio, uno dei tanti abitanti che ieri mattina si sono recati sul luogo dell’incidente in una sorta di processione lenta e incessante.
«QUEST’AREA È PERICOLOSA – insiste – eppure non è stata mai recintata dal Comune. Qui possono accedere tutti, grandi e piccini, ma le misure di sicurezza sono inesistenti». Per molti, quella capitata ad Antonio è «una tragedia annunciata». Anche Rita, che abita nel quartiere e sul posto è arrivata insieme al figlio 12enne, parla di quel movimento di giovani che da tempo preoccupava i residenti. «È vero – conferma – che i ragazzi si arrampicano sui pali, anche di notte. Magari bevono e poi fanno rumore, tanto che più volte gli abitanti dei palazzi vicini hanno protestato».
SULLE CONDIZIONI del campo di sabbia e della rete circostante, tuttavia, la signora Rita aggiunge: «Non pensavo che potesse trasformarsi in una trappola mortale altrimenti mio figlio, che ho mandato spesso a giocare a pallone, qui non ci avrebbe mai messo piede».
INTANTO, oltre le transenne che impediscono l’accesso al campo, anche le due porte da calcio sono a terra. Forse abbattute dal forte vento della sera prima, o magari dallo sfogo di qualche amico di Antonio. «Un ragazzo vivace», come lo definiscono alcuni, rimasto vittima di un incidente che non doveva accadere.
«MORIRE A 15 ANNI schiacciati da un palo in un terreno di gioco – conclude incredula un’altra cittadina, la signora Vainy – è terribile. Qualcuno dovrà spiegarci com’è stato possibile».
LA NOTIZIA della morte di Antonio ha sconvolto anche la parrocchia di San Michele Arcangelo, dove il giovane – da due anni – frequentava il corso di preparazione alla Cresima. Quel sacramento che, tra meno di un mese, avrebbe dovuto ricevere nella chiesa affacciata su piazza Mazzini. «Veniva da noi una volta a settimana e non saltava un incontro», racconta Cristina, la catechista responsabile del gruppo di Azione cattolica di cui faceva parte il 15enne. «Lo ricordo come un ragazzo tranquillo, educato e molto socievole – continua la donna, ancora sotto choc – che sapeva strare in gruppo e che non ha mai dato problemi». Cristina, residente a Bastia, ha poca voglia di parlare ma conferma le voci sull’area sportiva finita sotto sequestro: «Non so cosa sia successo l’altra notte ma non è la prima volta che i ragazzi si arrampicano sui pali del palasport».
Chiara Santilli
Stefano-Ansideri1«La palificazione era calibrata per una rete leggera»
L’INTERVISTA STEFANO ANSIDERI RIENTRA DALLE FERIE E DICE LA SUA SULLE CAUSE DELLA TRAGEDIA
LA LOGICA DEL BRANCO «Venute meno le cautele. Il peso di chi si è arrampicato sulla struttura creata per altri scopi ha causato il crollo»
BASTIA UMBRA –IN CITTÀ è rientrato il sindaco Stefano Ansideri, assente nel fine settimana per trascorrere una breve vacanza, e già ieri mattina era al suo posto nelle sede comunale. E naturalmente è stato subito invitato a intervenire sulla tragedia.
«Ho seguito questa vicenda dalla notte di sabato, subito dopo l’incidente – ha ricordato il primo cittadino –, tramite gli assessori che ringrazio per aver ben fronteggiato così bene l’emergenza».
Sono molte le domande che si pone la gente, dettate non solo dalla curiosità. Soprattutto, ci si chiede se l’amministrazione comunale, che è proprietaria dell’area, abbia fatto tutto il necessario?
«E’ bene che si sappia la realtà delle cose: il terreno – sottolinea Ansideri – è di proprietà comunale che noi abbiamo ereditato dalla precedente amministrazione, così come il palasport».
Sì, va bene. Ma poi siete intervenuti?
«Ci siamo preoccupati – replica – di fare la necessaria manutenzione anche straordinaria, riparando il tetto del palasport da cui entrava acqua piovana».
E l’area esterna?
«Il terreno adiacente al palazzetto – fa notare il sindaco –, era ed è rimasto aperto al pubblico. Ci siamo preoccupati di sistemare i campi di calcetto e beach volley, entrambi con libero accesso. Ci siamo assicurati che ci fosse un efficiente impianto di illuminazione, trattandosi di un’area all’interno di un quartiere residenziale ad alta densità».
La rete e il palo da cui è caduto il ragazzo potrebbero essere stati in cattive condizioni?
«In realtà quella che ha ceduto è una palificazione eretta per sostenere una rete di plastica molto leggera. Il fatto che l’altra notte – sottolinea Ansideri – vi siano saliti in due o tre ragazzi, un peso insomma eccessivo per quel tipo di palificazione, è stata sicuramente la causa dell’incidente. Si tratta di casi imponderabili nei quali a prevalere sulla logica del buonsenso degli adolescenti è lo spirito del ‘branco’ che, purtroppo, come in questo tragico caso, fa venir meno le necessarie cautele».
m.s.
L’indagine fa slittare l’autopsia
GLI ACCERTAMENTI ACQUISITE DELIBERE E REGOLAMENTI COMUNALI
Il pm vuole capire se ci siano responsabilità nella morte del ragazzo
CONSULENTI TECNICI -Al vaglio anche il punto di rottura – arrugginito e usurato – del palo in ferro
di ERIKA PONTINI
PERUGIA –SLITTA a causa dell’indagine in corso l’autopsia sul corpo di Antonio Perrella, 15 anni il prossimo ottobre, morto in un maledetto incidente sul campo sportivo comunale dell’area Palagiontella di Bastia Umbra, dopo che il palo della rete para-palle, si è spezzato di netto sotto il peso dello stesso Antonio e di un amico che, saltando è uscito illeso dal gioco-sfida letale. Secondo una prima ricostruzione dei fatti il ragazzo, insieme con alcuni amici, aveva raggiunto la zona per giocare. E così avevano deciso di arrampicarsi, per vedere chi arrivava più in alto. L’amico aveva raggiunto circa tre metri di altezza (l’intero palo è circa 5 metri e mezzo), ma quando Antonio è salito, arrivando ad un metro e mezzo di altezza, l’asta di ferro si è spezzata a 30 centimetri da terra. L’amico è saltato giù, lui forse è rimasto incastrato nella rete – non più tesa – e si è ‘trascinato’ addosso il palo. A nulla sono valse le manovre rianimatorie del personale del 118. Antonio è morto subito. E non è escluso – ma sarà l’autopsia a dirlo – a causa di un’emorragia interna che non gli ha lasciato scampo.
L’INDAGINE, svolta dal pubblico ministero Mario Formisano mira intanto ad accertare eventuali responsabilità nella manutenzione dell’area, teatro dell’incidente mortale, e se quindi ci siano persone da ‘avvisare’ prima dell’autopsia (un atto irripetibile) perché potrebbero essere chiamate a rispondere di aver concausato la morte del ragazzino per cattiva gestione o imperizia. Non è escluso che il magistrato possa avvalersi di un consulente tecnico per analizzare delibere e regolamenti comunali, acquisiti dagli investigatori negli uffici comunali. Non solo, anche il palo che sabato notte ha ceduto sotto il peso di Antonio potrebbe essere oggetto di un accertamento tecnico: i carabinieri della compagnia di Assisi – guidati dal maggiore Marco Sivori – hanno infatti sequestrato sia la parte rotta che il pezzo finale (che lo ancorava al basamento rimasto dentro la terra) per verificare il punto di rottura. In quella parte appare, a vista, usurato e arrugginito.
NON SOLO gli investigatori dell’Arma hanno sentito gli amici di Antonio per ricostruire la dinamica dell’incidente ma anche la serata trascorsa insieme: dove e a fare che cosa.
Sembra che non fosse la prima volta che i ragazzi – e non solo il gruppetto di amici di Antonio – si arrampicavano in quella zona, spesso frequentata dai ragazzi. Anche se le segnalazioni erano giunte soprattutto per le ‘bravate’ sulla struttura di ferro del palazzetto dello sport.
Michele: «Venivamo spesso, ma solo per giocare a calcio»
IL RICORDO PARLA L’AMICO DI ANTONIO PERRELLA: ‘NESSUNA SFIDA, ERA UN BRAVISSIMO RAGAZZO
BASTIA UMBRA –«ERA UN BRAVISSIMO ragazzo, una persona educata e un grande amico». Michele ha 17 anni, due in più di Antonio Perrella, con il quale ha condiviso intere giornate
dando calci al pallone. Dal giorno dell’incidente fa avanti e indietro per il «Palagiontella », disperato. «Non posso credere che non ci sia più», racconta Michele con la voce rotta,
mentre indirizza lo sguardo verso il punto in cui l’amico ha perso la vita sotto il palo di sostegno della rete. «GIOCAVAMO a calcio insieme e venivamo spesso qui – continua – ma io quella maledetta sera non c’ero. Non è mai successo niente di grave prima, mai un problema o un incidente. Al massimo – aggiunge – qualcuno è tornato a casa con un ginocchio sbucciato
». Alla storia della bravata o della sfida tra coetanei finita male, Michele non vuole credere. «Non ci siamo mai arrampicati sulla rete del campo da calcio – ribadisce più volte – e non ho mai visto altri farlo. E’ stata una terribile fatalità».
C.S.
Lo sgomento corre su Facebook
PERUGIA –LO SGOMENTO per la tragica scomparsa di Antonio inonda la rete. C’è chi, pur senza conoscerla, si stringe intorno alla famiglia del 15enne, nato a Napoli ma residente a Bastia Umbra. E non manca chi punta il dito contro la voglia di trasgressione degli adolescenti: «Sono troppi – si legge in un post – i ragazzini che vogliono fare gli adulti». Sul social network girano anche parole semplici, come «Riposa in pace», e una serie di abbracci virtuali. Attacchi anche a chi avrebbe dovuto controllare la zona: «Dov’è la vigilanza e dov’è il Comune?», scrive un residente, che aggiunge: «Diverse volte, dalla mia finestra, ho visto ragazzini arrampicarsi e sono dovuto intervenire io per farli scendere».
L’assessore 
«Quei campetti sono aperti e fruibili liberamente, non esiste recinzione e i pali sono semplicemente i sostegni della rete che serve a non fare andare i palloni fuori dall’area»: a spiegarlo è
l’assessore allo sport del Comune, Filiberto Franchi. Nella foto sotto il pm Mario Formisano titolare delle indagini
formisanopm
«Attonito» 
«Mai avrei voluto assistere a una vicenda simile – continua l’assessore Franchi –.L’intervento sul tetto del palasport, dove da anni pioveva, ci aveva indotto a dissuadere i ragazzi dall’arrampicarsi sulla palificazione in ferro e gradoni del palazzetto. Mai avremmo immaginato potesse succedere al campetto….».

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