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Bastia Umbra
20 Gennaio 2025
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Assisi Cultura

Mostra sul Concilio Vaticano II alla Galleria d’Arte Contemporanea della Pro Civitate Cristiana di Assisi.

Nell’ambito del 72° Corso di Studi Cristiani: “Francesco la profezia delle periferie. Per una civiltà della misericordia” presso la Galleria d’Arte Contemporanea  della Pro Civitate Christiana di Assisi

 

dal 20 Agosto al 8 novembre 2014 Mostra di Arte e Documentazione

 

IL  CONCILIO  VATICANO  II.  GIOVANNI  XXIII. ARTE  E  TESTIMONIANZA  IN  ASSISI

 in collaborazione con 

Fondazione Giovanni XXIII, Bergamo

Seminario Vescovile Giovanni XXIII, Bergamo

Istituto Paolo VI , Brescia

Fondazione Giacomo Manzu’, Ardea, Roma

 

Progetto e cura della mostra

Mariano Apa, Laura Borgognoni, Gino Bulla, Anna Nabot

 Artisti nella memoria della storia

Giacomo Manzù, Aurelio De Felice, Floriano Bodini

 Artisti nella spiritualità. Per una iconografia di Giovanni XXIII

Alessandro Verdi, Bergamo;  Claudio Carli, Assisi; Stefano Di Stasio, Spoleto;  Bruno Mangiaterra, Loreto;  Giuliano Giuliani, Ascoli Piceno-Bergamo, Chiara Pasquetti, Firenze; Leonardo Caboni, Roma; Armanda Negri, Roma; Mimmo Paladino, Paduli/Lampedusa; Vito Cotugno, Bari;  Mario Botta, Mendrisio/Lugano-Bergamo 

Artisti nella documentazione

Alessandro Monteleone, Pier Paolo Pasolini,

Giuseppe Pirrone, Angelo Biancini, Artemio Giovagnoni

Emilio Greco, Enrico Manfrini, Romano Vio

 

Insieme alle opere degli artisti e a una selezionata documentazione fotografico-archivistica,

la mostra intende ripercorre la vicenda di un autentico dialogo di spiritualità e di

pastorale ecclesiale tra il fondatore della Pro Civitate Christiana, Don Giovanni Rossi, e le

personalità dei futuri papi, Angelo Roncalli (Giovanni XXIII) e Giovanni Battista Montini (Paolo

VI). Incontri privilegiati furono ad Assisi gli importanti Corsi di Studi Cristiani, che dal 1948 al

1963 sviluppano “il Credo”, della cui sequenza rimane la serie delle medaglie realizzate per

ciascun convegno dallo scultore Giuseppe Pirrone.

 

La mostra intende ribadire quanto l’arte rifletta ed esprima il carisma, la profezia e la grazia del

Santo Angelo Roncalli e del Beato Giovanni Battista Montini, a cinquant’ anni dal Concilio

Vaticano II (11 Ottobre 1962 – 8 Dicembre 1965).

          

La mostra è costruita nel tentativo di intrecciare documentazione fotografico-archivistica a

opere d’arte, sia di artisti che in questa occasione si sono prodigati a ripensare la figura del Papa, sia

di artisti che con Giovanni XXIII e Paolo VI hanno avuto un documentato dialogo – come nel caso

di Manzù, De Felice e Bodini – . Come è noto Manzù ebbe come tramite, per un dialogo ricco e

spiritualmente edificante con Papa Giovanni XXIII e dunque in particolare con mons. Loris F.

Capovilla, don Giuseppe De Luca – a cui fu permesso che l’artista dedicasse la Porta della Morte

nella basilica di S. Pietro in Vaticano : dedica che si legge nel verso interno della Porta, vicinissimo

alla bellissima rappresentazione che Manzù ha plasmato dell’apertura del Concilio Vaticano II– . Il

libro di S. Em. Loris Capovilla, dedicato alle lettere che documentano questo sodalizio, giustifica

sinteticamente e pienamente la definizione di “Manzù l’artista del Papa”.

Aurelio De Felice ebbe modo di incontrare il nunzio Angelo Roncalli a Parigi, sempre tramite don

De Luca; e la sua Scuola di Arti per il Sacro a Parigi, insieme con Severini, è una splendida

esperienza di quanto si sia irradiato l’operato di Roncalli. De Felice incontrò poi in udienza privata

in Vaticano papa Giovanni XXIII a cui fece dono di una ammirabile Madonna con Bambino.

Con Floriano Bodini abbiamo, rispetto a Manzù e De Felice, un protagonista della nuova

generazione che da sempre ha frequentato la Pro Civitate di Assisi e Don Giovanni Rossi e che con

Angelo Roncalli e Giovan Battista Montini racconta la contemporaneità del magistero che ha

realizzato il Vaticano II: la sua importante scultura è una icona armoniosa ed è una viva memoria

del Vaticano II.

Con opere inedite eseguite per questa esposizione si è chiesto, inoltre, ad artisti di diversificate

ricerche linguistiche e culturali, di rinnovare l’iconografia dedicata a Giovanni XXIII cimentandosi

in alcuni percorsi tematici attinenti alla documentazione storica in mostra. Importante risulta

l’accenno alla committenza di alcuni monumenti, come avvenne a Loreto in cui Alessandro

Monteleone realizza la scultura su Giovanni XXIII con la memoria del suo viaggio Loreto-Assisi

il 4 Ottobre 1962 . Così Giovanni XXIII è visto nelle fotografie d’epoca ad Assisi nella filigrana di

San Francesco, come oggi viene ripensato nelle opere realizzate da Claudio Carli e da Leonardo

Caboni . Nella immagine storica del Papa del Concilio a Loreto in quel 1962, si pone la ricerca di

Bruno Mangiaterra nella cui opera si ricorda , con la scultura di Monteleone, quell’itinerario

lauretano nella attualità dove al Papa seguirà negli anni a Loreto, la testimonianza di mons. Loris

F. Capovilla.

Ribadendo che non si insegue una museificazione dei documenti e delle opere – bensì una loro

attualizzazione rileggendoli nella nostra contemporaneità – ecco che il corpo spirituale di una

compiuta teologia della misericordia si lega al vissuto liturgico, mettendo in relazione Concilio e

Rinnovamento Liturgico e ridefinendo la Pastorale.

 

La mostra si inserisce nelle tematiche del 72° Corso di Studi Cristiani dedicato a “Francesco e la

Profezia delle periferie” anche con le immagini delle opere che dalla Cappella della Cittadella –

rielaborata da Pina Ciampani con Don Giovanni Rossi – e con in mostra pregevoli opere di Arredi

Liturgici che furono donati alla Pro Civitate da Papa Giovanni XXIII e Mons. Loris Capovilla. In

questo contesto di spiritualità liturgica si inseriscono le immagini della Santa Messa celebrata da

Papa Bergoglio a Lampedusa, nell’isola quale “autentica profezia di periferia” e luogo di “ civiltà

della misericordia”, Mimmo Paladino vi ha istallato la grande e suggestiva Porta d’Europa resa

viva in mostra da una serie di fotografie eseguite da Alessandro Cerino.

 

La tematica della Misericordia nella Carità come “immagine” del Miracolo, viene introdotta

dall’opera di Artemio Giovagnoni, “Guarigione del cieco”: una struggente opere tra le qualificate

dell’artista di Perugia. Al tema della Pace con le iconografie che richiamano la “Pacem in terris” –

promulgata il Giovedì Santo dell’11 Aprile 1963 – dedica un dittico Vito Cotugno; mostrando, dalla sua terra di Puglia il ricordo del dialogo del giovane Roncalli con il mondo Ortodosso e

stabilendo una relazione nella nostra attualità per il tramite della testimonianza del Vescovo Tonino

Bello.

        

La mostra propone di ripensare l’opera di Giovanni XXIII anche attraverso l’ARCHITETTURA – con la bellissima chiesa che Mario Botta ha progettato e costruito a Seriate di Bergamo, dedicata a Giovanni XXIII – ed attraverso il CINEMA di cui si cita – al di là della innumerevole serie di filmati biografici cinematografici e televisivi – il capolavoro di Pier Paolo Pasolini, il “Vangelo Secondo Matteo” nel quale il poeta regista dichiara la precisa ispirazione tratta da Giovanni XXIII per il tramite della Pro Civitate Christiana – che si traduce in reale possibilità di un cammino di riconversione e di fede – con la dedica: “alla cara, lieta familiare memoria…”: e nella occasione del 50° anniversario di quest’opera , e in seguito al restauro della medesima, nei giorni 26-27 settembre del corrente anno, è stato progettato, sempre alla Cittadella di Assisi, un convegno di studi e testimonianze.

 

In mostra un corollario ai fotogrammi dell’opera di Pasolini “Il Vangelo secondo Matteo”,“corollario” che ci introduce propriamente nella contemporaneità dell’arte concettuale della cultura delle avanguardie, sarà costituito dalla citazione dallo storico bolognese catalogo de “La Performance”, della azione performativa di Fabio Mauri, Intellettuale, che vide Pasolini essere coinvolto da Mauri, il 31 Maggio 1975, ricevendo sulla propria camicia bianca la proiezione del suo “Vangelo”, facendosi carico sul proprio corpo del peso ideologico e morale della sua opera. La sequenza fotografica di questa azione dal 4 settembre 1997 fu ad Assisi significativamente esposta in una rassegna d’arte, insieme con quella delle Crocifissioni a pastello di Giovanni Testori, amico di Pasolini quanto di Mauri, nel Sacro Convento di San Francesco, al Museo del Tesoro.

 

       L’arte elabora visioni di progetto: così Stefano Di Stasio ha elaborato una grande opera dedicata a Giovanni XXIII in cui si esplicita l’intreccio iconologico delle carismatiche indicazioni iconiche che vengono a perimetrare la rappresentazione a carattere teatrale dell’identità storico critica del Papa del Concilio. In tre pregevoli e interessanti opere di Alessandro Verdi, Giuliano Giuliani e Chiara Pasquetti, che si sono imposte all’interno di rispettivi meccanismi di committenza – a prescindere dalla ridefinizione dell’idea di monumento – la “celebrazione” diventa proclamazione di una indagine psicologica sulla personalità del ritratto dove la materia – dal marmo alla pietra, al bronzo – viene trasfigurata nella immagine che giustifica la narrazione anche in chiave espressivo- minimalistica ( Giuliani) o simbolista ( Verdi ) e naturalistica e storicizzata ( Pasquetti ) della rappresentazione del Papa Santo. Ciò secondo una forte tradizione che annovera, in Umbria, campionature di opere in esposizione – ovvero, in documentazione fotografica – quali quelle del bronzo di Emilio Greco a S. Pietro in Vaticano e a Orvieto, o di Angelo Biancini in Cittadella. Con l’opera di Armanda Negri si ha una inversa impostazione: nel suo bellissimo trittico la rappresentazione diventa svelamento dell’intimità della figurazione di Papa Giovanni, con la

costruzione geometrico-cromatica che giunge ad esprimere una simbologia della luce che aspira a

porsi analogicamente alla rappresentazione spirituale della santità.

 

    Le opere quelle inedite realizzate per questa esposizione, per la ricorrenza del Vaticano II che si intende celebrare in Assisi, raggiungono pienamente lo scopo della mostra: indicare la strada di una ridefinizione dell’immagine nella verità del proprio cammino e nella sincerità della propria ricerca critico- linguistica, così da inverare la indicazione di una testimonianza che vuole il Concilio essere certamente oggetto di studio e di assimilazione , per poter essere vivificante energia della profetica icona del santo Vangelo. Storia, Documentazione, Arte : con questa mostra e con il catalogo che ne riassumerà i percorsi, si intende mettere in luce il tentativo di fare memoria del vissuto della Pro Civitate Christiana fondata ad Assisi da Don Giovanni Rossi, per ribadirne anche nella nostra contemporaneità la visione e la sostanza spirituale e indicare, nella testimonianza di Giovanni XXIII – in questo agosto 2014 – e di Paolo VI – nell’ agosto del 2015 – l’ autentica attualità “profetica” del Concilio Vaticano II.

20/08/2014

Ufficio Stampa  Pro Civitate Christiana


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