Fino a qualche mese fa conoscevo solo il nome del pittore newyorkese Gary Komarin e non avevo ancora mai approfondito l’artista ed il suo lavoro. Le parole di un comune amico, Doug T., sono state il punto di contatto tra Komarin e la Minigallery e mi hanno consentito di colmare almeno in parte le mie lacune. Ho scoperto così un artista di spessore internazionale, rappresentato da importanti gallerie nelle principali piazze del mondo, da Londra a San Francisco, da Dubai a Zurigo, con all’attivo mostre e premi prestigiosi oltre alla permanenza in grandi collezioni private e pubbliche.
Approfondendo ancora di più ho scoperto che la pittura di Gary Komarin, nelle tante mostre di cui è stato protagonista, è stata accostata all’opera di artisti quali Motherwell o Basquiat. La vicinanza non è stata solo argomento di dibattito e critica d’arte, è stato piuttosto la volontà di collocare le opere dei diversi artisti negli stessi contesti. Questo vale più di molte parole per dare un senso chiaro riguardo alla stima di cui Gary Komarin gode.
La pittura di Komarin è assimilabile alla corrente dell’espressionismo astratto di cui il suo maestro, Philip Guston, fu attivo partecipe. La corrente ebbe il suo pieno sviluppo tra gli anni ’40 e ’50 dello scorso secolo, New York fu il teatro di questa rivoluzione estetica che contribuì decisamente a spostare il fulcro dell’arte internazionale da Parigi a New York. Kline, Pollock, Newman, Rothko, Motherwell, Twombly, de Kooning sono alcuni dei nomi, divenuti tra i più illustri e quotati del panorama contemporaneo, che aderivano alla corrente di cui Komarin è degno erede. Il valore che per primo fu comune denominatore di questo gruppo di artisti, e che Komarin continua a sostenere, è la libertà espressiva: ciascun elemento pittorico costituisce uno strumento ed un’opportunità per tradurre visivamente l’animo dell’artista. Detto questo la scelta tra una pittura che lasci spazio alla figura (come fa de Kooning) o che assecondi il gesto e l’astrazione (come fanno Pollock o Rothko) dipende solo dalla volontà momentanea dell’artista, la stessa azione del dipingere (action painting) costituisce oggetto artistico, il desiderio di descrivere nel quadro qualcosa di visibile asseconda l’ambita naturalezza del fare astratto, l’immagine che si vuole rappresentare nell’opera è in essa non quando viene dipinta ma quando viene pensata.
Anche William Congdon era un espressionista astratto e dal 1960 Assisi fu la sua città per molti anni. Con Komarin Assisi incontra nuovamente la grande pittura americana e ambisce ad essere un punto di riferimento, oltre che per quella antica, per l’arte contemporanea.
08/04/2014
Stefano Frascarelli