Ha scelto (pur essendo gesuita) il nome di Francesco d’Assisi, il santo dell’amore per i poveri e della chiamata a ricostruire la “Chiesa in rovina”; ha voluto indossare paramenti sacri essenziali, senza stola e mantellina, sostituendo la croce d’oro con una croce di ferro; si è definito come il “vescovo di Roma” invece che Pontefice; ha chiamato i cardinali “fratelli” e non “signori”; ha chiesto di essere benedetto, prima di impartire la benedizione solenne, regalando un’emozionante preghiera silenziosa da parte della folla in Piazza San Pietro; si è rivolto a tutti gli “uomini di buona volontà”, allargando lo sguardo oltre il confine dei fedeli e manifestando immediatamente di voler parlare a tutti.
Tanti “segni” che destano curiosità e attese tra credenti e non credenti.
L’auspicio è che contribuisca a dare al mondo più pace, più dialogo, più giustizia sociale, più semplicità.
Assisi, patria di Francesco, città simbolo del dialogo, lo aspetta ovviamente a braccia aperte.
Simone Pettirossi
Capogruppo PD Assisi