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Corriere dell'Umbria

“Usano quella legge come un grimaldello”

Il comitato giovani allevatori riaccende la polemica sulle stalle e sullo stop del Consiglio di Stato
BETTONA Si alimenta il dibattito a seguito del pronunciamento del Consiglio di Stato su alcuni allevamenti in assenza di certificato di agibilità, nei confronti dei quali il Comune di Bettona aveva emesso un’ordinanza di sgombero

che era stata impugnata dall’allevatore prima di fronte al Tar dell’Umbria, che si è pronunciato a favore del Comune, poi al Consiglio di Stato, chelo scorso 15 ottobre ha confermato la sentenza del Tar respingendo la richiesta di sospensiva inoltrata dall’allevatore. La vicenda, nel serrato dibattito politico degli ultimi mesi, ha viaggiato di

pari passo con quella sull’interpretazione della legge regionale numero 8 del 16 settembre 2011 sulla semplificazione normativa, che all’articolo 79 prevede che “per gli edifici esistenti alla data del 15 marzo 1985 l’accertamento della destinazione ne convalida l’uso, fermo restando eventuali obblighi di adeguamento alle normative di sicurezza degli impianti necessari e funzionali all’edificio”. A tal proposito, tuttavia,il comitato dei giovani allevatori e imprenditori umbri in una nota sottolinea che il pronunciamento del Consiglio di Stato “riguarda una ordinanza di sgombero emessa da parte del Comune nel 2005 con cui si contestavano abusi edilizi, peraltro in gran parte sanati, e un diniego di rilascio del titolo abilitativo alla realizzazione di un progetto di riqualificazione strutturale sismica e miglioramento igienico ambientale, risalente al 2007”. “Non si capisce ora -prosegue la nota -il riferimento alla interpretazione della legge regionale 8/2011 che, a ben vedere, non è nemmeno citata nel dispositivo della sentenza e che non è stata oggetto di interpretazione da parte della magistratura. Sono state mescolate due vicende differenti, completamente estranee tra di loro, forse semplicemente in virtù del fatto che il Comune è l’unico in Umbria in cui questa legge non viene applicata, anzi, viene usata come grimaldello per non permettere a una intera categoria di soggetti di lavorare, pur essendo dentro le regole”.
Sara Caponi

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