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13 Ottobre 2024
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Assisi Attualità Politica

La città di Assisi ricorda le vittime dell’attacco del 7 ottobre e tutti gli innocenti morti in Terrasanta.

COMUNICATO STAMPA

 

Il sindaco rinnova l’appello alla pace e invita alla preghiera di stasera

 

Assisi, 7 ottobre 2024 – A un anno dal vile attacco terroristico di Hamas contro inermi cittadini israeliani anche ad Assisi si ricorda la strage e in particolare il sindaco della città esprime parole di condanna e soprattutto lancia un forte appello alla pace sotto l’ideando che ora più che mai è necessario un immediato cessare il fuoco per porre fine agli orrori che colpiscono la popolazione civile e per evitare un deflagrare del conflitto.

Condividendo in pieno le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il sindaco sostiene che è necessario far tacere immediatamente le armi in quella terra martoriata da un conflitto che ha già prodotto lutti e devastazioni efferate. Gli orrori di questa guerra, la morte di tanti innocenti, devono assolutamente finire, è stato il ragionamento del sindaco, prima che il conflitto, come sta accadendo in queste ore, si allarghi coinvolgendo altri paesi. E per questo va allertata con convinzione la comunità internazionale, vanno mobilitati gli Stati e i popoli amici della pace, affinché tutti si adoperino concretamente per una soluzione che preveda la creazione di due Stati indipendenti e sovrani.

A tal proposito il sindaco propone che Assisi, la cui amicizia sociale negli anni si è sempre espressa verso i due popoli israeliano e palestinese, e l’Umbria tutta abbiano un ruolo come terra di pace e di dialogo aperto, ispirato da San Francesco e da Aldo Capitini, e diventino sedi per un percorso negoziale di pace.

Oltre all’appello alla pace, va perseguita a tutti i costi la strada della liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas, e va espressa preoccupazione e ferma condanna per le condizioni in cui si trovano i civili a Gaza, vittime di morte sofferenze indicibili.

Vanno inoltre condannati con fermezza atteggiamenti di antisemitismo la cui recrudescenza, purtroppo, si sta verificando anche nel nostro Paese.

Il sindaco di Assisi, nel giorno della Festa di San Francesco, dalla Loggia del Sacro Convento ha rinnovato l’appello alla pace e ha ricordato due grandi sindaci, Arnaldo Fortini e Giorgio La Pira, che tanto si sono impegnati per la pace.

Fortini, sindaco di Assisi durante il VII centenario della morte di San Francesco, scriveva “il mondo non avrà pace fino a quando non avrà ritrovato l’amore di Francesco”.

Il messaggio di La Pira, che tante volte venne ad Assisi per pregare e agire per la pace, è oggi attuale e urgente più che mai: “Perché il disarmo produca la pace bisogna usare il metodo d’Isaia: convertire, cioè, in investimenti di pace gli investimenti di guerra: trasformare in aratri le bombe, in astronavi di pace i missili di guerra!”.

Il pensiero del sindaco, che interpreta i sentimenti di tutta la città e di tutte le comuni che si ritrovano in Assisi come città della pace, va anche alla comunità francescana che in Terra Santa opera stando come sempre dalla parte degli ultimi, dei poveri e degli oppressi.

Infine il sindaco invita tutti a ritrovarsi, stasera, alle 21, nella basilica di Santa Maria degli Angeli dove avrà luogo una preghiera per la pace in Terrasanta affinché non si ceda mai all’indifferenza e la speranza vada oltre la guerra.

 

 


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Città di ASSISI
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1 commento

Giannetto Burani. 7 Ottobre 2024 at 18:39

Pensiamo anche a fare crescere la pace in Italia, perché se andiamo avanti di questi passi,nel giro di una manciata di anni, faremo pure noi una brutta fine.causa la politica,meglio i politici italiani ché da destra a sinistra, pensano solo al loro portafoglio.e no alle problematiche del lavoro x i giovani e l’adeguamento degli stipendi dei lavori più usuranti e più pesanti,questo potrebbe invogliare i giovani ha scegliere di farli quando sanno che alla fine del mese hanno uno stipendio che permette loro di accantonare una cifra che può essere utilizzata x pagarsi la rata del mutuo x l’acquisto di casa.

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