Bastia Umbra, 10/10/2025
RIFLESSIONI SUL VALORE DELLA PACE

Cos’è veramente la pace? La pace non è solo assenza di guerra, la pace è ben altro, richiede una profonda riflessione su noi stessi in relazione agli altri e al mondo. Non basta partecipare ad una o a più manifestazioni, sono importanti ma non determinanti perché rimangono, comunque, un rito simbolico, caricandosi anche di toni oppositivi al senso stesso di pace.
Dal 1961, quando Aldo Capitini promosse la prima Marcia per la Pace Perugia-Assisi, ad oggi il mondo si è incrudito sempre più, l’umanità si è appiattita sulla “legge del più forte, del più potente, del più ricco”, il pensiero dominate è quello dell’ ”homo homini lupus”. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una recrudescenza generalizzata della violenza e dello spirito di sopraffazione, una “egologia” che domina tutti. Dal covid ai giorni nostri poche sono state le manifestazioni di umanità, di aiuto reciproco, di sostegno vicendevole, di tolleranza, di pace; tanti, tantissimi, invece, sono stati i momenti di crudeltà , violenza e morte. Attualmente nel mondo sono in corso 56 conflitti, il numero più alto dalla Seconda Guerra Mondiale, con perdite stimate al ribasso di 233.000 decessi nel 2024. Ma la violenza non si esprime solo con la guerra, la violenza si esprime anche nelle singole persone, quando prevale l’aggressività, la sopraffazione sulla tolleranza e il rispetto, il pensiero unico, l’ideologia. Quindi, limitarsi a parlare di Pace come assenza di guerra è un’ utopia perché rimane sospesa tra simboliche manifestazioni e dichiarazioni solenni.
Papa Paolo VI diceva che la pace non è solo assenza di conflitti, è una virtù dell’anima. Perciò pace esteriore, quella dei semplici e quotidiani rapporti fino alla pace tra nazioni. La pace non è solo uno slogan da gridare nelle piazze o nei cortei, né una parola su cui dividersi o su cui costruire false ideologie. La pace richiede ben altri impegni, ben altre strade da percorrere, più faticose, più impegnative di meri cortei o di giornate dedicate.
Papa Francesco per la 55ma Giornata della pace, 1° gennaio 2022, indica tre vie da percorrere per la costruzione di una pace duratura. “Anzitutto, il dialogo tra le generazioni, quale base per la realizzazione di progetti condivisi. In secondo luogo, l’educazione, come fattore di libertà, responsabilità e sviluppo. Infine, il lavoro per una piena realizzazione della dignità umana. Si tratta di tre elementi imprescindibili per «dare vita ad un patto sociale», senza il quale ogni progetto di pace si rivela inconsistente”.
L’educazione e l’istruzione per Papa Francesco sono i motori della pace perché è proprio dall’impegno costante, coerente con i bambini e i giovani che si può cambiare il rapporto con il mondo ma anche e fortemente il rapporto dell’adulto con il mondo. Coerenza e impegno nell’educazione sono coerenza e impegno in relazione a se stessi e agli altri. Sono i modelli che abbiamo prodotto a rendere sempre più difficile il senso di pace, quei modelli che poggiano più sull’io che sul noi. E il bisogno di libertà non si regge più sul paradigma diritto-dovere ma solo sull’affermazione del proprio diritto venendo meno il rapporto e la relazione con l’altro.
Quindi, concludendo, per una pace duratura, vera, reale, ci vuole ben altro rispetto a quello che stiamo sentendo ed assistendo oggi. Ripartire dalle grandi premesse dell’umanità, quella tra le più importanti, l’educazione. Educare con gli esempi, non certamente quelli che vediamo oggi. Sulla tomba di Maria Montessori si legge, in italiano: “Io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo”.
“L’educazione è l’arma della pace”. Se non prendiamo coscienza di ciò, tante altre marce ci aspettano. Nel 2022 per l’Ucraina, nel 2025 per la Palestina. Ne ho fatte di marce anch’io, ma il giorno dopo era un altro giorno.
A Bastia le premesse ci sono: il Tavolo comunale per le Pari Opportunità del 2018, I Patti Educativi di Comunità (insieme ad Unicef) nel 2022 e i Patti di Comunità per il Bene comune nel 2024 sono la cornice normativa che rende possibile e concreto lavorare e cooperare insieme per il bene comune, sinonimo di Pace. Oggi due osservazioni in più: la firma dell’accordo di Pace per Gaza e il nuovo e il pesante bombardamento russo contro le città ucraine, parlano da sole a chi non ha pregiudizi politici, a chi sa guardare oltre gli steccati della politica e agisce per e con la pace. Ci vuole coraggio a guardare innanzitutto se stessi e poi ad assumere responsabilità di coerenza e onestà di azioni e visioni.
Prof.ssa Paola Lungarotti
