COMUNICATO STAMPA
Violenza giovanile a Bastia Umbra:
il disagio giovanile non si reprime soltanto,
si previene educando

Bastia Umbra, 10/07/2025 – Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani condanna con fermezza l’aggressione avvenuta a Bastia Umbra nella notte tra l’8 e il 9 luglio, in cui un uomo è stato brutalmente colpito e derubato da un gruppo di giovani in pieno centro cittadino. Si tratta di un atto grave, che offende non solo l’integrità della vittima, ma anche la coscienza civile di una comunità che ha il diritto di vivere in sicurezza e coesione sociale.
Purtroppo, episodi di questo tipo non sono più eventi isolati. L’aumento della violenza giovanile in Italia è un fenomeno trasversale che colpisce grandi centri e piccole realtà, e che manifesta dinamiche complesse che non possono essere spiegate solo in termini di “devianza” o “delinquenza”.
La violenza agita da ragazzi in gruppo, spesso con modalità impulsive e disumanizzanti, riflette un disagio psicosociale profondo. Dietro l’atto violento si cela frequentemente un bisogno mal espresso di riconoscimento, un senso di vuoto identitario, una mancanza di strumenti emotivi per affrontare frustrazione, insicurezza, conflitto.
Le recenti analisi psicologiche evidenziano come molti adolescenti, immersi in un contesto iperconnesso ma povero di relazioni autentiche, sviluppino una percezione distorta dell’altro e di sé stessi. L’assenza di confini valoriali interni, l’emulazione, la pressione del gruppo, e il desiderio di affermazione attraverso l’annientamento simbolico dell’altro diventano meccanismi pericolosi di autoaffermazione.
Non possiamo combattere la violenza giovanile solo con il controllo esterno. Dobbiamo agire sulle radici.
Serve una risposta educativa forte, consapevole, sistemica. La scuola ha il dovere — e il diritto — di essere protagonista in questa sfida. È nella quotidianità delle aule che possiamo ricostruire legami, rafforzare l’empatia, insegnare la gestione delle emozioni, il rispetto del limite e il valore della dignità umana.
Il CNDDU chiede che l’educazione civica e ai diritti civili venga rilanciata non come disciplina accessoria, ma come pilastro formativo fondamentale. I ragazzi non hanno bisogno solo di regole: hanno bisogno di essere ascoltati, compresi, educati con coerenza.
Bastia Umbra ci ricorda, con brutalità, che la marginalità educativa genera insicurezza collettiva. E che ogni investimento in cultura, scuola e umanità è un investimento in sicurezza, giustizia e convivenza.

prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU
