EDITORIALE DEL N. OTTOBRE 2022
La storia della piazza di Bastia degli ultimi vent’anni è sotto agli occhi di tutti, a partire dalla
graduale scomparsa della sua centralità (con molte attività commerciali in difficoltà). Per gran parte
dei commercianti l’organizzazione di eventi culturali casuali, il mercato settimanale e persino il
Palio de San Michele producono spesso criticità anziché opportunità. Ma la verità è che l’inerzia
imprenditoriale, la liberalizzazione delle licenze, la nascita di centri commerciali anche vicinissimi,
le reiterate crisi economiche, crisi da Covid/Ucraina e la recente attrattività della vicina piazza di
Santa Maria degli Angeli sono realtà che hanno invecchiato e mortificato enormemente il centro
urbano di Bastia.
In queste ultime settimane finalmente un raggio di sole sembra penetrare tra la fitta nebbia grazie
al PNRR dove sono stati ottenuti dal Comune di Bastia Umbra 3 milioni di euro per la
ripavimentazione di tutta la piazza. È stata una piacevole sorpresa, ma visti i tempi limitati per la
sua esecuzione è stato effettuato un progetto in tempi strettissimi per non perdere l’occasione.
Progetto che è stato presentato lo scorso 15 settembre al Cinema Esperia. Ciò ha allarmato un
nascente comitato civico con il fine della qualità della rigenerazione urbana tanto che a tale scopo
ha organizzato un’assemblea civica aperta dal titolo: “Quale piazza per Bastia?” (vedi Terrenostre
n. ottobre, pag. 30…). L’intento è di migliorare il progetto pubblico presentato.
Da qui emergono alcune domande di riflessione: Cos’è il bene comune? E che cosa può
significare oggi una cultura pubblica condivisibile? In che modo aprirsi agli spazi della
trasformazione e del progresso? C’è ancora il tempo per recepire le osservazioni e modificare il
progetto? Il centro urbano di Bastia non può essere solo una piazza di “travertino”, ma anche un
luogo di incontro, delle relazioni e socializzazione dell’uomo: qualcosa di vivo, bello, dinamico con
servizi e opportunità per i frequentatori. Bene sarebbe realizzare in futuro una progettazione
condivisa, cercando di superare le tante programmazioni settoriali e parziali. Sono le persone che
fanno le rivoluzioni, ma per farle hanno bisogno di energia, speranza, creatività, luoghi, consensi e
tempi adeguati: solo così la piazza di Bastia può cambiare realmente.