Assisi Domani e il PD di Assisi esprimono grande preoccupazione per la situazione sanitaria, ma anche per quella socio-economica che si sta verificando in Umbria e nello specifico nella Città Serafica a seguito dell’ordinanza n. 68 emanata dalla presidente Tesei, che impone la completa chiusura domenicale, fino al 14 novembre, di tutti gli esercizi commerciali, anche quelli di vicinato.
Per i piccoli esercizi del centro storico di Assisi e, in generale, per tutte le piccole realtà economiche del territorio, questa chiusura rischia di essere “il colpo di grazia” di un anno neanche lontanamente paragonabile a quello del terremoto del 1997.
Il DPCM del 24 ottobre, peraltro, non pone lo stesso divieto.
Assisi, come centro storico e città d’arte, già duramente provata dal lock–down e da una stagione turistica che, nel migliore dei casi, si chiuderà con il 20% delle presenze abituali, non può reggere un colpo ulteriore, oltretutto non concretamente motivato dalla potenzialità di riduzione del contagio: decine e decine di esercizi commerciali di vicinato, se la Regione non correrà ai ripari, verranno letteralmente uccisi dal provvedimento restrittivo.
Come si può pensare di ridurre i contagi chiudendo piccoli esercizi di vicinato di domenica, quando i centri commerciali sono aperti per tutto il resto della settimana?
Rileviamo che sulle modalità delle chiusure non c’è stato, da parte della Regione, il necessario ascolto e la necessaria condivisione con i Sindaci.
Se si vuole chiudere tutto, allora è necessario che la Regione e il Governo se ne facciano carico prevedendo contestualmente adeguate misure compensative e di ristoro economico e finanziario – che il Sindaco di Assisi aveva già chiesto a gran voce in relazione al “DL Agosto”, coinvolgendo anche i parlamentari umbri di tutti gli schieramenti politici – per quelle attività della filiera del turismo, del commercio e dell’accoglienza soprattutto dei centri storici che – ormai è chiaro – non potranno farcela da soli essendosi azzerato il turismo internazionale.
In tal senso, la Regione Umbria deve farsi parte diligente per chiedere adeguate risorse al Governo e per ripristinare le condizioni minime di sopravvivenza di tantissime partite iva e piccole attività economiche che rappresentano larga parte del tessuto socio-economico di città come Assisi.
Siamo tutti disposti a sacrifici e rinunce in favore della sicurezza sanitaria e, pertanto, da Assisi parte una proposta, come sempre, costruttiva e fattiva: non si impedisca di lavorare di domenica agli esercizi commerciali di vicinato e soprattutto si trovino le risorse vere per ristorare questa larga parte del nostro tessuto economico e garantire così i tanti posti di lavoro che, direttamente o indirettamente, dipendono dalla filiera del commercio e del turismo.
Come Amministrazione abbiamo il dovere di garantire la sicurezza e la salute dei cittadini, senza tuttavia trascurare tutte le necessarie misure per preservare e proteggere il tessuto socio-economico della nostra città, che è da sempre volano per l’intera Regione.
E’ il momento dell’unità. Siamo chiamati tutti insieme a risolvere il problema sanitario, ma facendo tutto il possibile per non compromettere quello socio-economico.
#AssisiDomani
#PartitoDemocraticoAssisi
26/10/2020