Caro Sancio,
sei pronto ad ascoltare un vecchio ormai diventato nonno? Spero di sì. Sembra che l’età porti con sé pensieri del passato e ragionamenti volti alla realtà che cambia sempre più velocemente fino a diventare quasi incomprensibile. Mi guardo intorno e vedo comportamenti molto lontani da quelli vissuti durante la mia gioventù.
Persone allucinate dallo smartphone con il culto dello stimolo – risposta di Pavlov – che pensano che sia corretto ed educato interfacciarsi immediatamente, piuttosto che scegliere il tempo e la modalità comunicativa più idonea; individui che adottano strategie connotate dalla furbizia, quasi fosse una virtù, per ottenere gratuitamente dagli altri, mentre loro agiscono semplicemente e solo per tornaconto personale immediato o a lungo termine; genitori che, diventando ostaggi dei propri figli, non sanno esprimere autorevolezza e faticano ad assumere un ruolo di guida coerente, a tratti anche impopolare, che li dovrebbe contraddistinguere; insegnanti che, sventolando la bandiera dell’autonomia si nascondono, ma neanche tanto, dietro ad una didattica che produce performance svuotate di significato; dirigenti che, ostentando la linea della legalità, perdono completamente di vista il cuore del proprio lavoro che è quello di lanciare lo sguardo oltre, dove il pensiero dei comuni mortali forse non arriverà mai; politici che hanno smarrito la memoria storica dei grandi statisti e si limitano a spostare carte e a dare risposte routinarie o ad effetto.
La nostra società riuscirà mai a crescere i nostri bambini e i nostri ragazzi con la preparazione necessaria per affrontare il futuro? Non sarò certo io, vecchio errante e sconfitto dai mulini a vento, abbandonato nella palude a dare le risposte o a dare indicazioni per salvare il mondo.
Andiamo Sancio, seguimi al trotto. Andiamo verso il punto in cui il Sole va a dormire. Andiamo a sognare.
Francesco Brufani
Francesco è direttore responsabile di Terrenostre, periodico gratuito di informazione generale stampato in 10 mila copie e distribuito nei comuni di Assisi, Bastia Umbra, Bettona e Cannara dal 1999, online dal 2007.
1 commento
Chi vale di più, deve fare di più … Questa citazione ha suscitato la mia curiosità e il mio pensare. Tutto sembra ruotare intorno al termine VALE o VALORE,
Allora ho indagato e trovato la definizione di valore nell’autorevole vocabolario “Treccani”: La determinazione che compete a una grandezza, o una delle possibili determinazioni ove si dia il caso di una pluralità di determinazioni; in altri termini, la misura di una grandezza rispetto a un’assegnata unità.
LA MISURA DI UNA GRANDEZZA RISPETTO A UN’ASSEGNATA UNITA’
Stiamo investigando nelle profondità oceaniche, nello spazio profondo, nel DNA della cellula e nelle infinitamente piccole parti de un atomo e in tutte queste investigazioni abbiamo sia valori che UNITA’ di riferimento derivanti da leggi fisiche, chimiche, cosmiche ecc…
Il gent.mo Dott.Brufani ha ragione, almeno per quanto mi riguarda, nella sua disamina dei costumi e dei modi d’agire della società che ci circonda (non dimentichiamo che ciò che ci circonda è la somma di ciò che siamo e facciamo tutti noi!).
Dove sta allora il nocciolo o il problema del VALORE? Abbiamo VALORI intesi come varie grandezze ma brancoliamo, siamo confusi, addirittura occultamente influenzati nel non trovare una UNITA’ DI MISURA.
La società dell’io, del faccio ciò che voglio, quando – dove – come voglio, non permette un’unità di misura. Le certezze che le generazioni precedenti avevano costruito sono venute meno sotto i colpi di una realtà cruda, cinica, priva di speranza e amore.
Mio figlio piange troppo, lo picchio fino ad ucciderlo. I miei “vecchi” o genitori sono dei boomer, non li ascolto, chiedo senza dare e gli va bene se non li “killo”. Il mio/la mia ex mi ha lasciato, divento uno stalker, potrei buttarle/gli addosso acido o magari farlo/a a fette. I vecchi? Lasciali ad ammuffire in un ospizio poi magari arriva un’altra ondata di covid-19 e ci toglie il pensiero. Questi comportamenti sono a livello singolo o familiare. Ma pensate a quelli che hanno un impatto nazionale o internazionale.
Metto al bando prodotti cinesi, scoppia guerra economica e notizie di falle nella sicurezza dei nostri dati personali ma così l’economia mondiale ne risente e addio ai risparmi di una vita. Costruisco un ponte senza tener conto delle corrette specifiche e con materiali scadenti? Che mi interessa di quello che accadrà e quando accadrà forse sarò vecchio, ma intanto ora ho fatto la “cresta” così ho più soldi per me. Sono un deputato, non solo non mi riduco lo stipendio, ma se posso accedere al bonus …. A proposito che ci farà Mattarella con i suoi € 200.000,00 l’anno? …..
Per non parlare dei modelli di riferimento che vengono messi davanti ai nostri occhi … ! Diventa una influencer, diventa un calciatore, una stella del golf, basket, formula 1 …. Ci dovremmo vergognare, anche perchè loro non lo fanno, al pensiero che qualcuno di questi campioni guadagnano in un’ora più di quello che un operaio guadagna in un mese. Lo sappiamo tutti e lo consideriamo giusto e assodato è questo il bello.
Uno dei recenti titoli di videogiochi tale “the last of us” dovrebbe farci riflettere proprio nel suo TITOLO o TEMA (usando un termine scolastico). Tradotto in italiano potrebbe essere reso: ciò che resta di noi.
Cosa resterà di noi? Cosa vogliamo lasciare in eredità alle generazioni presenti e future? Avere VALORI senza UNITA’ DI MISURA è come possedere un pozzo senza però nulla per attingerne l’acqua.
I fatti dimostrano inequivocabilmente che stiamo fallendo nel provvedere UNITA’ di MISURA sotto forma di punti di riferimento certi e durevoli. Personalmente ho scelto di affidarmi a Dio come stella polare di riferimento in quanto vedo e sperimento che vivere secondo i suoi principi e valori migliora me stesso e fa sentire bene chi mi circonda.
Quale sarà la Vostra scelta? Potete continuare a vivere senza UNITA’ DI MISURA consapevoli di una cosa: ricordiamo come finisce l’Editoriale? “Andiamo Sancio, seguimi al trotto. Andiamo verso il punto in cui il Sole va a dormire. Andiamo a sognare.”
Sogni e speranze bastano? Un detto locale e popolare recita: chi vive de speranza, more ca……..