Fra Natale e capodanno sarà approvata la legge finanziaria dello Stato per il 2019. Si discute, in modo energico, su tutto ma delle risorse per ricostruire, dopo il sisma 2016 nelle quattro regioni del centro Italia, “nessuno parla”. Silenzio.
Nelle zone terremotate, dopo oltre due anni, sono più le gru, per rimuovere le macerie, che i cantieri. La burocrazia produce troppe lentezze (le regioni, fra cui l’Umbria, fanno il Possibile per semplificare) e bisognerebbe creare (come citato dalla Protezione Civile) una “sezione speciale del codice degli appalti” o una “normativa straordinaria”, in deroga a tutte le leggi, per avere un ”adeguata velocità” nella ricostruzione post sisma.
Le risorse certe sono poche. Nel 2018 (certificate dalla ragioneria dello Stato, con lettera di risposta ad un mio “accesso agli atti”) solo 1.5 Miliardi € (tutto incluso anche il “credito d’imposta” per la ricostruzione privata): servono oltre 23 Miliardi €. Sintesi: con questa media annuale si finanzia la ricostruzione in 15 anni e si finirà in 20/25. Molti piccoli centri, che configurano il paesaggio di questi luoghi, potrebbero essere destinati all’oblio come le attività economiche oggi presenti.
Sarebbe ora che, anziché invocare ogni minuto il popolo, sulla ricostruzione si desse una risposta rapida e concreta… Al popolo.
Claudio Ricci
(Consigliere Regionale)