La decisione del Tar dello scorso 8 settembre, che ha dichiarato valido il provvedimento di revoca delle licenze per la gestione dell’Hotel Subasio, con conseguente chiusura dell’esercizio, confermata poi dalla più recente pronuncia del Consiglio di Stato, dimostra la concretezza del rischio di infiltrazione mafiosa all’interno del territorio assisano, rischio che la società civile aveva ormai da tempo iniziato a percepire e talvolta a denunciare.
Come noto, la storica struttura alberghiera affacciata sulla Piazza Inferiore di San Francesco aveva visto nel 2013, dopo varie vicissitudini, assegnare la propria gestione alla ditta F.lli Catalano srl di Calanna (RC),unica partecipante e vincitrice dell’asta pubblica indetta con bando emesso dagli Istituti Riuniti di Beneficenza (II.RR.BB.), proprietari della struttura e della Casa di Riposo Andrea Rossi di Assisi.
In seguito all’informazione interdittiva antimafia, emanata dalla Prefettura di Reggio Calabria,a causa del coinvolgimento dei titolari della F.lli Catalano nell’inchiesta “Rifiuti Spa 2” per fatti risalenti al 2009, la neo-sindaca Stefania Proietti aveva avviato lo scorso luglio un provvedimento amministrativo di decadenza delle licenze di commercio, con chiusura immediata della struttura.
Con procedura d’urgenza, la società calabrese era subito ricorsa al Tar, chiedendo e ottenendo la temporanea sospensione del provvedimento di revoca disposto dall’amministrazione comunale. L’Hotel aveva dunque proseguito normalmente nella sua attività.
Successivamente però il Tar è tornato sulla questione, discutendola in camera di consiglio, e ha deciso di respingere la richiesta cautelare in via ordinaria della F.lli Catalano srl, essendo prevalenti le ragioni di interesse pubblico e sufficienti gli elementi per ritenere sussistente il rischio di infiltrazione mafiosa, in prevenzione del quale era stato disposto il provvedimento prefettizio. La società calabrese ha dovuto perciò definitivamente lasciare la gestione dell’Hotel Subasio. La sentenza del Tar è stata poi autorevolmente confermata il 2 ottobre dal Consiglio di Stato, al quale la F.lli Catalano srl si era ulteriormente appellata.
Per la prima volta dunque un’attività del territorio assisano è coinvolta in un provvedimento prefettizio in materia di antimafia ed è oggetto di una sentenza del Tar sullo stesso tema. Peraltro va sottolineato come la stessa Prefettura di Perugia abbia deciso di costituirsi “ad opponendum” in occasione del dibattimento del Tar. Questi fatti devono porsi come un segnale che attiri l’attenzione sullo stato e la salute dei numerosi esercizi commerciali del territorio, a partire da quelli presenti all’interno del centro storico. Questi ultimi, dati i grandi numeri portati dal turismo, sono naturalmente “prede appetibili” per soggetti riconducibili a vari tipi di criminalità organizzata, che qui intendono attuare operazioni di riciclaggio e reinvestimento. Il Presidio “Mario Francese” di Libera di Assisi, costituitosi da tempo come espressione delle parti sociali che si trovano coinvolte – come “corpi intermedi” – tra le attività della criminalità organizzata e i provvedimenti che amministrazione e istituzioni prendono contro di essa, invita pertanto il Comune, in accordo con la Camera di commercio, a un attento monitoraggio delle attività commerciali e al controllo delle licenze rilasciate, ponendo l’attenzione sulle situazioni di frequenti cambi di gestione, sulla presenza di numerosi esercizi riconducibili a una stessa proprietà e sulle alterazioni del mercato immobiliare con particolare riferimento a quello destinato alle attività commerciali.
L’immediato impegno assunto sul tema dalla nuova amministrazione comunale, che si è detta intenzionata a istituire un tavolo di confronto e coordinamento tra istituzioni (comune, forze dell’ordine, prefettura, …) e società civile (parti sociali, cittadini, associazioni di categoria, …) e ad aderire ad Avviso Pubblico, associazione di Enti Locali e Regioni nata come supporto alle Pubbliche Amministrazioni per il contrasto attivo a mafie e corruzione, rappresenta un cambiamento di atteggiamento rispetto alle precedenti amministrazioni sul tema della legalità. Un segnale positivo, che non dovrà però rimanere un gesto isolato. Il Presidio di Libera di Assisi si impegnerà affinché si prosegua in questa direzione. Una comunità, ciascuno con la propria dose di responsabilità, deve dotarsi di “anticorpi” ben prima che si renda necessaria l’attività dell’organo giudiziario: veglieremo perché ad Assisi si sottoscrivano protocolli e si seguano buone prassi che facciano proseguire l’amministrazione sulla strada tracciata da questo primo provvedimento.
11/10/2016
Libera Assisi-Bastia Presidio “Mario Francese”