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24 Novembre 2024
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Assisi

Convenzione Basiliche

La questione della proprietà e della gestione delle piazze della Basilica di San Francesco coinvolge interessi e sensibilità civili e religiose che hanno radici antiche e profonde, a partire dalle vicende risorgimentali, passando per gli accordi tra Stato e Chiesa del ’29, fino ai contenziosi più recenti.
Assisi vive un connubio inscindibile tra abitanti e mondo religioso, a volte sereno, a volte più problematico, ma assolutamente indissolubile, che deve essere improntato al reciproco rispetto e alla massima collaborazione.
Proprio per questo, una Convenzione che regolasse i rapporti tra le parti e che concludesse i contenziosi, era auspicabile, ma gli errori commessi hanno fatto perdere una grande occasione.
Proviamo, perciò, soprattutto una grande amarezza, perché il Sindaco e la maggioranza sono riusciti a trasformare un’opportunità per rafforzare i legami di amicizia e stima tra assisani e mondo francescano, in un motivo di divisione, di incomprensione e di attriti.
Le forze politiche di centrodestra, peraltro, (come ha ricordato, molto “laicamente”, anche il teologo e Papa emerito Benedetto XVI, nel suo penultimo Angelus) farebbero bene a non strumentalizzare l’altissimo valore del messaggio di Francesco e il grande lavoro svolto dai conventuali, per fini di parte o per giustificare il proprio operato del tutto inadeguato su una questione delicata e complessa come questa.

Perché il Sindaco e la sua maggioranza hanno dialogato con i frati, senza mai coinvolgere i consiglieri comunali e la cittadinanza? Perché la bozza di Convenzione, prima di essere inviata al Vaticano, non è stata portata in Consiglio Comunale per una discussione e un’approvazione preventiva? Perché non sono stati sentiti almeno i capigruppo?  Questi passaggi avrebbero garantito di evidenziare i punti più problematici e di apportare quelle piccole modifiche al testo della Convenzione, che avrebbero garantito sicuramente un sostegno unanime nei confronti di una decisione importantissima e storica.

I consiglieri comunali, invece, il 4 marzo, sono stati messi di fronte ad un testo a cui la maggioranza ha praticamente chiesto di dire di si o di no in blocco, con totale “sprezzo” del loro ruolo di rappresentanti dei cittadini. Tutte le proposte “pacifiche” di modifica della Convenzione (la nostra, ma anche quella di un esponente del PDL) sono state respinte. È stato negato anche il rinvio della pratica, per un approfondimento maggiore e la ricerca di un’ampia condivisione.
Aver voluto operare in modo solitario, approvando l’atto a colpi di maggioranza e forzando le tappe, ha purtroppo lasciato aperto un ampio margine di ambiguità, che non mette al riparo da future incomprensioni e contenziosi, lasciando peraltro nello sconcerto i tanti cittadini intervenuti alla seduta consiliare.
Un fatto grave, perché gli amministratori pubblici (nei diversi ruoli di maggioranza e di minoranza), che gestiscono i beni di tutta la collettività e non i propri, hanno l’obbligo morale e giuridico di adottare decisioni improntate alla massima imparzialità e trasparenza, che non lascino dubbi sull’interesse pubblico perseguito, ma soprattutto che su temi altamente sensibili siano il frutto di percorsi ampiamente partecipati e condivisi. Tanto più oggi, in un periodo di grande sofferenza e disagio sociale, con tensioni sempre più forti e preoccupanti!
Peccato, perché atteggiamenti come questi non fanno bene né alla città, né alla politica, né agli assisani, né ai francescani, che vanno rispettati e non strumentalizzati.

Simone Pettirossi
Capogruppo PD Assisi

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