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23 Novembre 2024
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Assisi Cultura

Padre Moroni: “Il messaggio di San Francesco è ancora attuale: uomo di condivisione”

Intervista a padre Marco Moroni, nuovo Custode del Sacro Convento di Assisi

Padre Marco Moroni ha giurato lo scorso 12 novembre da nuovo Custode del Sacro Convento di San Francesco di Assisi, insieme all’intera comunità francescana conventuale. Un giuramento avvenuto in forma semplice e privata nel chiostro di Sisto IV della basilica, ma che ha segnato l’inizio del suo prezioso servizio come Custode alla Chiesa e alla fraternità. Padre Marco subentra a padre Mauro Gambetti che Papa Francesco ha nominato cardinale il 28 novembre nel nuovo Concistoro.
Padre Marco (Giuseppe) Moroni è nato a Cassano Magnago (Varese) il 26 novembre 1965. È della Provincia Italiana di Sant’Antonio di Padova.

Ci racconti di lei, padre Marco, così possiamo conoscerla meglio. – Sono frate francescano da quasi 30 anni, sono entrato in convento nel 1991. Il mio percorso precedente è stato quello di un adolescente che frequentava la parrocchia e di un giovane insegnante di scuola elementare. Fino a quando nel 1989 ho conosciuto i frati ad Assisi, proprio qui nel Sacro Convento durante un evento che è rimasto per me una pietra miliare: il convegno ‘Giovani verso Assisi’, alla decima edizione. Un evento che ancora continua. Venni per il relatore mons. Tonino Bello, allora presidente del movimento cattolico Pax Christi, una persona di grande carisma.

Assisi è stata una tappa fondamentale della sua vita? – Avevo già un percorso di vocazione e da tempo stavo chiedendomi cosa il Signore mi chiamasse a fare. Si è illuminata qui ad Assisi. Ritrovo in questo segno iniziale la chiamata a servire come Custode nel Sacro Convento.

Quando è arrivato al Sacro Convento di San Francesco? – Sono vissuto qui una prima volta dal 2013 al 2017, dopo altre esperienze a Treviso per otto anni e poi una parentesi a Bologna per tre anni, sempre con il ruolo di Superiore. Ho apprezzato l’opportunità di poter vivere qualche anno ad Assisi, un luogo al servizio della Chiesa e del mondo.

Come ha accolto il nuovo incarico di Custode? – Forse ho accettato con un po’ di incoscienza, ma ho visto dei segni che mi hanno illuminato in questo mio cammino. La proposta è arrivata qualche mese fa in maniera comunque del tutto inaspettata, non ho mai coltivato la prospettiva di questo ruolo così prestigioso. Il Generale mi ha invitato a venire ad Assisi con largo anticipo, perchè la successione a frate Mauro sarebbe dovuta avvenire a fine febbraio 2021. Avremmo vissuto a stretto contatto per fare i necessari passaggi di consegne, non semplici per la realtà piuttosto complessa. L’avvicendamento è stato invece anticipato ad oggi con la nomina di padre Mauro a cardinale da parte di Papa Francesco.

Quanti sono i frati del Sacro Convento? – In tutta la Custodia ci sono 80 frati. Nel Sacro Convento dimorano 55 frati, altri sono al santuario francescano di Rivotorto, altri frati di diverse obbedienze alla chiesa Nuova di Assisi, a cui si aggiungono undici frati novizi al Sacro Convento e dieci post novizi a Rivotorto. Infine c’è una comunità in Cina, creata quattro anni fa dalla missione dell’Ordine. Siamo una famiglia numerosa e di ventidue nazioni, che rispecchia la fraternità dell’Ordine stesso.

Davvero una realtà unica e simbolica dell’Ordine. Quali compiti l’aspettano? – Sia la guida della comunità francescana che i compiti istituzionali legati alla basilica di San Francesco: il rapporto con i pellegrini e quello che sta crescendo negli ultimi anni con il mondo intero attraverso tante attività di richiamo nazionale e internazionale. Oltre al rapporto con la Santa Sede, visto che questa è una basilica papale.

Sacro Convento Assisi Basilica

Assisi è un luogo di grande spiritualità e città-messaggio di Papa Francesco. In questo momento storico, così difficile, può essere un simbolo di forza e speranza? – Confido proprio che sia un segno di speranza e di presenza di una Chiesa viva e capace di dialogare con il mondo, con l’uomo d’oggi e le sue fatiche, in questo momento specifico. Una Chiesa capace di mettersi al passo con ciascuno. San Francesco ci ha infuso la presa di coscienza di essere uomo in mezzo agli uomini e alle donne del tempo, per portare l’annuncio evangelico. Il suo interesse era avere l’occasione dell’incontro per donare la presenza di Dio. Credo che oggi tutto questo sia ulteriormente valorizzato da Papa Francesco. La sua scelta di venire ad Assisi per quattro volte e di firmare qui l’ultima enciclica “Fratelli tutti” dimostra la volontà di una riattualizzazione del messaggio francescano, questo sguardo particolare sull’esperienza cristiana.

Si avvicina il Santo Natale, le sue parole possono essere importanti per affrontarlo con fede in questi tempi che cambiano. – Sperimenteremo un Natale molto diverso, forse faremo anche fatica a viverlo. Ma a Natale il Signore viene per fare compagnia agli uomini e per donare il suo esserci accanto. C’è una solitudine necessaria, legata alle distanze che dobbiamo tenere e alla necessità di restare in casa, non potendo vivere i momenti di familiarità e comunione che caratterizzano le festività natalizie. Abbiamo bisogno di relazioni e possono continuare ad averle con la compagnia consolante di Gesù.

Padre Marco, la redazione di Terrenostre le augura un buon cammino nella nostra terra. – Grazie molte della vostra attenzione. Uso le parole di Papa Francesco per questo incarico così complesso: chiedo che mi sia ricambiata la preghiera e l’amicizia che da parte mia cerco di donare. Auguro a tutti un Santo Natale di comunione e fraternità.

ARTICOLO TRATTO DA TERRENOSTRE dicembre 2020 (p. 12)

 

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