Con il piano finanziario 2018, i cittadini di Bastia troveranno in bolletta un aumento del 10% della TARI, la tassa sui rifiuti, dovuto in parte all’aumento dei costi di smaltimento che viene gestito in ambito regionale e di associazione dei comuni che ha inoltre risentito della crisi dovuta alle vicende del gestore del servizio.
Sul servizio di smaltimento, si deve pretendere una maggiore efficienza e lungimiranza da chi ha la responsabilità amministrativa e gestionale di un servizio fondamentale per il futuro di tutti.
Dove però si potrebbe incidere in maniera incisiva per abbassare i costi, è sul servizio di raccolta che viene disciplinato a livello comunale e dove dobbiamo purtroppo riscontrare le responsabilità di questa amministrazione nell’intraprendere spesso strade contraddittorie. Si può per esempio convergere su uno dei due sistemi di raccolta che sono stati adottati, uno per Bastia centro e uno per i quartieri, ambedue efficienti, ma con il secondo dimostratosi meno costoso; o potremmo evitare retromarce come quelle sulla raccolta del vetro che viene riportato su strada con le campane, tra l’altro mal distribuite, dopo che per anni ci avevano spiegato che tutto doveva essere tolto dalla strada.
Le nuove isole ecologiche informatizzate di recente istallazione e il loro eventuale incremento una volta accertata la loro efficienza, non dovrebbero costituire per il cittadino un costo aggiuntivo, ma dovrebbero andare progressivamente a sostituire il servizio di Bastia centro e Costano che, come abbiamo sempre sostenuto, risulta più costoso e scomodo per i cittadini.
Il progetto, che comunque ha permesso a Bastia di risultare nei grafici a torta uno dei comuni più virtuosi della provincia e dell’Umbria, risulta con un livello del 70% di differenziata raggiunto, ancora lontano sia dagli obbiettivi numerici del documento regionale che determina gli obiettivi e le finalità del servizio di raccolta, sia a dare quell’aspetto di pulizia e ordine che ci si aspetterebbe. Non possiamo infatti non riscontrare che Bastia resta sotto gli occhi di tutti una città decisamente sporca e disordinata.I risultati numerici e le statistiche nei grafici, sbandierati a fini elettorali, e le pacche sulle spalle da parte delle istituzioni più alte non sono altro che un continuare a fare da cavie ed apripista per i vari servizi. E a pagare queste sperimentazioni restano sempre i cittadini.
Ora che stiamo infatti entrando in una nuova fase della raccolta differenziata, il porta a porta a tariffazione puntuale che prevede il principio dell’acronimo “PAYT – Pay As You Throw” (paghi per i rifiuti che produci), si dovrebbe, tramite un incentivo,mirare a premiare chi più differenzia. Di certo una nuova sfida che dovrebbe vedere tutti tifosi di tali servizi e dei potenziali traguardi volti alla salvaguardia del pianeta, ad un uso più consapevole delle risorse recuperate. Purtroppo però, malgrado le nobili intenzioni, riscontriamo ancora poca chiarezza di intenti, laddove siprocederà alla misurazione di tutte le tipologie di rifiuto, e per contro si teorizza che la tariffazione sarà modulata solo sulla quantità del secco residuo.
Considerato lo scarso valore economico delle materie recuperate si rischia quindi, senza una adeguata attenzione alla riduzione dei costi di raccolta, di avere ulteriori rincari tariffari, a fronte di miglioramenti nella quantità di differenziata prodotta.
In sintesi per noi, arrivare a questo modello di raccolta dei rifiuti, dovrebbe significare perseguire e premiare i comportamenti e le utenze virtuose, invece riscontriamo che per l’ennesima volta dall’insediamento di questa amministrazione assistiamo ad un incremento di spesa per l’intero servizio che passa DA TRE MILIONI E OTTOCENTO MILA EURO A QUATTRO MILIONI DUECENTO MILA EURO TOTALI, che si traduce per l’utenza bastiola in un aumento annuo delle tariffe del 10% e pochissimi vantaggi per l’enorme lavoro che siamo chiamati a svolgere per il recupero delle risorse, che al dire dell’azienda producono dei ricavi da comiche!
27/04/2018
PD Bastia Umbra