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22 Novembre 2024
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Giovedì 11 maggio ore 16 – Istituto Serafico di Assisi, presentazione del libro su sindrome di down “Maritè non morde”.

Attraverso gli occhi di Maritè, una bambina con la sindrome di Down, Veronica, la sua mamma, impara a vivere in maniera più viva, profonda e vera. Da questa straordinaria esperienza nasce il libro “Maritè non morde”, la dichiarazione d’amore di una mamma per sua figlia raccontata fin dalla nascita, il momento esatto in cui ne scopre la disabilità. Il volume verrà presentato giovedì 11 maggio alle ore 16 presso l’Istituto Serafico, Centro di Riabilitazione per ragazzi con disabilità plurime, in Via Guglielmo Marconi, 6 – Assisi (PG). Interverrà, insieme all’autrice, Francesca Di Maolo, la Presidente del Serafico. Modererà l’incontro la professoressa Maria Chiara Leone.

“Maritè è arrivata nella mia vita come un ciclone – racconta Veronica Tranfaglia, nutrizionista e farmacista -.Non sapevo delle sue condizioni, sono stata molto male all’inizio perché, oggi lo dico con vergogna, anche io avevo un pregiudizio verso la sindrome di Down. Poi ho scoperto mia figlia, una bambina eccezionale e meravigliosa, e ho capito quanto ci sbagliamo tutti. Questo libro è un grido di rabbia per far sentire la voce di chi non ce l’ha, della popolazione che ha 47 cromosomi sulla quale pesa una gravissima ostilità. Una società che si voglia definirsi civile deve dare alle persone con sindrome di Down un’opportunità”.
“Il nostro Istituto – spiega la Presidente Di Maolo – ci è sembrato il posto ideale per raccontare la storia della piccola Maritè. Qui, ogni giorno, i nostri operatori si impegnano per far scoprire il mondo a ragazzi con disabilità gravi e gravissime in tutti i modi possibili, li nutrono con il loro amore e con le loro cure per far vivere loro una vita piena: esattamente come fa Veronica Tranfaglia con sua figlia”.

 

IL LIBRO > Maritè non morde (Aliberti Compagnia Editoriale, pp.140) è la storia di Veronica ed è raccontata con disarmante sincerità e immediatezza. Dalle difficoltà nel doverlo comunicare ai propri cari – il marito, i genitori, gli amici – agli episodi di discriminazione che Maritè subisce nei primi anni della sua vita. Dal conforto, che Veronica ricerca attraverso la terapia o i gruppi di sostegno dei genitori di altri bambini con sindrome di Down, alle difficoltà nel dover spiegare a le sue figlie più grandi il perché la piccola Maritè, nonostante i suoi quattro anni, ancora non parli. E ancora: la terapia riabilitativa che la piccola porta avanti ogni giorno per migliorare le proprie capacità cognitive, i controlli e le cure costanti per scongiurare quelle malattie che, nelle persone in sindrome di down, sono più frequenti. Ogni pagina di Maritè non morde racconta di un piccolo-grande ostacolo che Veronica e sua figlia superano insieme, affrontando le difficoltà quotidiane e trasformando ogni ‘caduta’ in una esperienza dalla quale prendere esempio per rialzarsi.
E’ attraverso la penna di Veronica che si imparano a conoscere la purezza d’animo della piccola e la sua forza e i tanti dubbi di una madre che non si sente all’altezza del compito che dovrà portare avanti. Tanti, infatti, sono i timori dell’autrice – “Quando non ci sarò più io, come farà? Chi l’aiuterà?” -, accompagnati da altrettanti momenti di rassegnazione – “Sarà una bimba per sempre la nostra Maritè”- e da un’unica certezza nei confronti della piccola: “La volontà di farla volare”.

L’AUTRICE > Veronica Tranfaglia nasce a Mercato San Severino, in provincia di Salerno, nel 1970. Cresciuta a Napoli, si laurea in Farmacia nella città di Urbino con il massimo dei voti. Diventa nutrizionista e collabora, nella formulazione di cosmetici innovativi, con Promoitalia. Oggi svolge la professione di farmacista, coltivando la passione per l’alimentazione e la cosmologia.

La maggior parte dei fondi, oggi, viene destinato agli studi sulla diagnosi prenatale anziché sulla complessità della sindrome e sulla cura dei suoi principali sintomi”, spiega la Tranfaglia. “Lo studio clinico della reale efficacia di alcuni nutraceutici nel migliorare il deficit cognitivo in sindrome di Down potrebbe sensibilmente migliorare le condizioni di vita di tante persone” conclude.


08/05/2017
Francesca Siciliano

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