Riceviamo e pubblichiamo a proposito dell’editoriale: “I finti simili” pubblicato a pag. 3 su Terrenostre febbraio 2016.
Salve, mi chiamo Fabrizio Fugnoli e abito a Bastia da qualche mese con la mia famiglia, moglie e tre figli. Da anni mi capita di sfogliare Terrenostre quando mi trovo a casa dei miei genitori o di mia nonna e apprezzo molto tale strumento di indubbio valore sociale e aggregativo. In merito all’editoriale del numero di Febbraio 2016, però, sono rimasto dispiaciuto e amareggiato dalle modalità con le quali si è cercato di affrontare un tema complesso e delicato come quello delle unioni civili, le quali, sebbene non citate, è chiaro che fossero implicitamente richiamate, cavalcando l’onda mediatica che negli ultimi tempi ha tanto enfatizzato l’argomento. Il dispiacere nasce dal fatto che si è puntato su un linguaggio retorico per dare giudizi di merito senza il supporto di un benché minimo contenuto. In modo non esplicito ma abbastanza chiaro ci si è scagliati contro coloro che credono che la famiglia sia solo quella tradizionale, peraltro sancita dalla costituzione all’articolo 29, e cioè composta da un uomo e da una donna, la famiglia naturale, additandoli come medievali, integralisti, intolleranti, indottrinati, dogmatici, simil fascisti, con pregiudizi e via dicendo…..Non è mancato, anche se in modo velato, il solito e alla moda sermoncino anti-cristiano rivolto a coloro che “il dialogo e l’ascolto sono storie che si raccontano la domenica”, e che “la compassione e la comprensione valgono il tempo di un amen nell’ipocrisia del finto simile”. Mi chiedo: ma può un articolo che vuole contrastare i pregiudizi (?) parlare in questi termini ? Di fatto ci si comporta come ciò che si presume di combattere. Questo è un copione già visto, una minestra riscaldata, che oggi ci viene proposta quotidianamente da tutti i mass media, con rare eccezioni e cioè predicare contro i pregiudizi (parola abusata e spesso enfatizzata) e di fatto crearne di altri, perché se non si è allineati al pensiero unico che propone i nuovi (falsi) miti di progresso, come per l’appunto le unioni civili, si è sottoposti a un vero e proprio linciaggio mediatico e sociale. Ma veniamo al punto: chi è che disprezza, chi ritiene che la famiglia sia solo quella naturale (uomo e donna) e che i bambini hanno il diritto ad avere una mamma e un papà, oppure coloro che in nome di presunti diritti vogliono propagandare l’omogenitorialità e il cosiddetto diritto ad avere un figlio, riducendo di fatto il bambino a “cosa” ? Coloro che ritengono che non ci può essere un “diritto al figlio” e che è abominevole privare alla nascita un bambino della propria madre (con la pratica dell’utero in affitto, di fatto legittimata dal ddl Cirinnà), oppure coloro che in nome dei diritti, del progresso (?) e della libertà (??) vogliono legittimare tutto ciò che fa parte della sfera dei desideri ? Coloro che al family day, la più imponente manifestazione dell’era repubblicana hanno ribadito, pacificamente (io c’ero, non è stata detta nemmeno mezza parola fuori posto, né un insulto) a proprie spese che, fermo restando i diritti individuali, peraltro già ampiamente garantiti dal diritto italiano, non è accettabile snaturare la famiglia naturale, base della società e già ignorata dalle istituzioni, legittimando il matrimonio omosessuale, con il conseguente diritto di filiazione, che di fatto legittimerebbe l’odiosa pratica dell’utero in affitto, oppure le sedicenti famiglie arcobaleno che pur essendo, quelle si, un esiguo numero riempiono le piazze di insulti contro gli “integralisti e bigotti cattolici”? Ma chi è integralista ? Siamo di fronte a un perpetrato tentativo di falsare le cose, di mutare il falso in vero, la vittima in carnefice, ignorando che dietro il cavallo di troia dei diritti si nasconde (neanche tanto) un imponente pressione mediatica ed economica internazionale, promossa dalle lobby lgbt, che vuole a suon di norme giuridiche cambiare l’idea stessa di uomo, negando di fatto il diritto basilare di un bambino ad avere una mamma e un papà, proponendo ingannevolmente un’idea di famiglia omogenitoriale che soddisfa solamente i desideri egoistici di una minoranza di ricchi. Ebbene io sono cattolico, la domenica ho bisogno di andare a messa non per autocelebrarmi, o per ripetere formule magiche, ma per nutrirmi di Colui che è via, vita e verità e che solo sa qual è la strada che ci rende davvero felici e pienamente uomini. Tra l’altro anche da una mera prospettiva culturale e non di fede, lo dobbiamo al cristianesimo (ispiratore tra l’altro della nostra costituzione, esempio seguito da altri Stati) se tutto sommato la nostra società è democratica, libera, pluralista ed ancora c’è del benessere. Lo so, ci sono contraddizioni e si può fare molto di più, ma per suggellare quanto detto basta vedere come sono messi i paesi islamici in quanto a diritti e a benessere in senso lato. Da cittadino, da marito e da padre mi sta a cuore il tema della famiglia e faccio parte di un popolo che era creduto disperso, addormentato e ininfluente, ma che invece da ultimo al Circo Massimo il 30 Gennaio scorso si è rivelato sorprendentemente presente, informato e pronto a difendere il bene più prezioso per la società, la famiglia appunto, dagli attacchi perpetrati da lobby di potere che vogliono per via legislativa forzare la mano su temi delicati e cruciali quali la famiglia e l’educazione dei figli (e qui si aprirebbe un altro capitolo con l’introduzione dell’ideologia del gender nelle scuole). I mezzi di informazione a proposito, da tempo parlano una sola lingua, apertamente schierati come sono a disinformare e a creare una sottocultura distorcendo la realtà e mettendo a tacere, boicottando e denigrando coloro che dissentono dal pensiero unico che promuove ogni forma di desiderio a diritto. Basta aver seguito l’iter del ddl Cirinnà, mediaticamente propagandato a senso unico, quasi sempre senza contraddittorio e in modo spesso disonesto (vedi Sanremo e i vari programmi di La7, nonché il duo Fazio-Litizzetto, tanto per citarne alcuni) nel quale, caso unico nella storia repubblicana, si è prepotentemente e illegittimamente saltato il dibattito parlamentare con lo stratagemma del voto di fiducia, forzando nei tempi e nei modi un ddl che vede da tutti i sondaggi la contrarietà di oltre la metà degli italiani. Siamo stati spettatori di un’arroganza e di un pasticcio giuridico clamoroso, motivato da finalità meramente ideologiche. Il punto è che i diritti già ci sono, il nostro sistema giuridico è ricchissimo e se qualcosa mancasse (veramente postille!) si potrebbe intervenire facilmente senza creare l’istituto ipocritamente chiamato delle “unioni civili” che è di fatto un vero e proprio matrimonio omosessuale, palesemente incostituzionale. Chi dissente da questa argomentazione basta che legga le recenti sentenze dei giudici in tema di diritto di filiazione per le coppie omosessuali, prepotentemente ammesso nonostante ad oggi la legislazione italiana, oltre che la morale naturale (ebbene si, esiste anche questa, con buona pace dei radical chic e dei politically correct, così alla moda oggi!) non lo consenta. Sarà lo stesso per il matrimonio omosessuale con relativa possibilità di adozione se il ddl Renzi-Alfano diventerà legge dello Stato. Ormai i giudici non aspettano altro che appoggiarsi a un qualche pasticcio giuridico per giustificare di tutto. Tra l’altro prima del voto sul ddl Cirinnà al senato, si è scritta un’ulteriore pagina tristissima, con un senatore grillino che proclama solennemente la necessità di regolamentare la poligamia e qualsiasi tipo di unione multipla: per la serie “va dove ti porta il cuore e non dire al cervello dove sei andato!” Ebbene, di fronte a questa arroganza che lede il diritto dei più deboli, cioè dei bambini, un popolo sia sta svegliando. E l’arma principale della battaglia culturale e legale è l’informazione, per contrastare l’ignoranza e la sottocultura propagandata da tutti i mass media e che fa leva su slogan retorici, che usano le armi dell’emotività a buon mercato e della falsa compassione. Come vedete la nostra non è una battaglia contro le persone, che sempre vanno rispettate, ma bensì contro le ideologie e i falsi miti di progresso. L’Altro non fa paura, ma è l’ideologia portata che produrrebbe effetti nefasti e nessuno ci guadagnerebbe, nemmeno la D’Urso, né Fazio e la Litizzetto, con i loro risolini ipocriti, pronti a irridere chi si oppone alla dittatura del pensiero unico, cattolici in primis. Siamo in un epoca nella quale come diceva Chesterton “sguaineranno spade per affermare che le foglie in estate sono verdi”. Ebbene si, udite udite, ci sono verità indiscusse, o per lo meno, non negoziabili, come la forza di gravità, come il fumo che fa male o andare a 200 all’ora è pericoloso, oppure che la famiglia è una sola, e sebbene vadano rispettate tutte le forme di convivenza, già tutelate dalla costituzione in primis, art. 3 sui diritti individuali, non è accettabile trasformare per via giurisprudenziale il falso in vero: i bambini nascono solo da un uomo e da una donna. Il matrimonio sancito dalla costituzione è la base, la garanzia, la cellula della società e se si mina questo fondamento l’edificio crollerà. Saremo indottrinati, ma allora chi dissente se la deve prendere con la natura o col padre eterno che ha disposto queste cose. È la natura che discrimina, l’uomo o l’accetta, oppure si mette a giocare a fare l’onnipotente, che dispone le cose a proprio piacere, come un bambino capriccioso, e tutto ciò rivestito da belle parole quali “diritto”, “libertà”, “uguaglianza”……..che suonano come gli slogan della rivoluzione francese, dove in nome di alti ideali si tagliavano le teste dei dissidenti…..tempi non troppo lontani ! Lungi da me esaurire con queste righe l’argomento, mi scuso se ho abusato della vostra pazienza, ma credo che su questi argomenti la passione e il fervore ci stiano tutti, ovviamente nel rispetto dell’interlocutore. Credo di averlo fatto in spirito costruttivo, a tal proposito, se non avete cestinato l’e mail, mi rendo disponibile a collaborare per affrontare seriamente queste tematiche nel periodico Terrenostre. In primis vanno messi i contenuti, evitando facili sintesi e retoriche ideologiche. Sono le idee che vanno semmai contrastate, non le persone, per le quali è sempre dovuto il rispetto, la stima e l’amicizia.
Cordialità.
Fabrizio Fugnoli