ASSISI, 21 dicembre 2015 – Data la confusione dello scorso consiglio comunale e delle risposte che vengono date dagli amministratori in diverse sedi vorremmo ribadire che non ci si può nascondere più dietro un dito.
I 140.000 euro paventati dall’ff Sindaco per la delocalizzazione di Wind non pesano sulle casse comunali, né sui cittadini, masi opera a sconto sull’affitto annuale o sul prolungamento delle concessioni come anche suggerito da Wind.
Quindi basta scuse, i migliaia di cittadini che non vogliono le antenne hanno diritto a risposte concrete, invece fino ad oggi niente, solo i soliti noiosi “rimpalli” politici.
Altra scusa quella che l’ff non può firmare l’ordinanza di sospensione lavori, a Padule (Gubbio) il Sindaco firma, ed allora?
Diciamo le cose come stanno: non si vuole fare l’ordinanza perché non si vuole sospendere i lavori e perché non si vuole delocalizzare.
La domanda è perché fin dall’inizio non si sia scelto per il Caminaccio il parcheggio suggerito dal Comitato a 500 mt dal sito attuale. Non è vero che Wind avrebbe scelto quello perché il solo idoneo, in quanto Wind adesso accetta la delocalizzazione.
E allora? perché non si è scelto un parcheggio che era più opportuno da tutti i punti di vista? perché si è proposto un parcheggio vicino a luoghi sensibili e di pubblico interesse e di grave impatto paesaggistico? perché non si è scelto invece un parcheggio per lo più abbandonato in mezzo ai campi e in piena zona industriale? vogliamo risposte scritte in merito, vogliamo sapere chi ha fatto la scelta finale e perché, quali i veri motivi. Perché nessuno vuole ovviamente pensare male, ma molti dubbi sorgono inevitabilmente sull’operato di alcuni soggetti nell’amministrazione.
Pertanto torniamo nuovamente a chiedere l’ordinanza di sospensione lavori fino alla delocalizzazione dell’antenna, ordinanza che a Padule di Gubbio il Sindaco ha già emesso e che è stata accolta favorevolmente da tutto il Consiglio Comunale.
Il Comitato intanto si muove per vie ufficiali: domani viene depositato l’esposto alla Procura della Repubblica affinché siano compiuti dall’autorità giudiziaria tutti gli opportuni accertamenti in ordine alla regolarità dei titoli autorizzativi.
Torniamo poi anche a ribadire che il Comitato non ha interessi, né scopi politici e che non capiamo quando si invocano i “furbetti delle antenne” a chi ci si riferisca, ci auguriamo vivamente non al Comitato nè ai cittadini che tornerebbero volentieri ad occuparsi delle proprie attività se si sentissero rappresentati dal Sindaco e dal Consiglio.
Ci si auspica pertanto che i politici si accordino per una soluzione di delocalizzazione, per noi ovviamente non fa nessuna differenza chi ne sarà promotore od esecutore, a noi interessa il risultato e cioè la delocalizzazione.
21/12/2015
Ufficio Stampa Comitato del Caminaccio