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Bastia Umbra
23 Ottobre 2024
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Bastia Umbra

Casi di salmonella a Bastia Umbra – “Avviso ai naviganti”.

Alcuni genitori si chiedevano se abbiamo prestato sufficiente attenzione a quello che stava accadendo ai nostri figli nei giorni scorsi.
Allo scopo di fare il punto sugli accadimenti e le attività successive relative ai casi di salmonella emersi in alcune scuole della città, il sindaco Pecci giovedì 17 convocava in assemblea i rappresentanti dei genitori degli alunni, i rappresentanti dell’ASL e i componenti la giunta interessati. Nei giorni precedenti, oltre alle circolari e ai comunicati del comune erano intervenuti sulla stampa alcuni giornalisti e sui social, minacciando la terza guerra mondiale, esponenti dell’opposizione.
L’aggiornamento dell’11 ottobre sul sito del comune riepilogava le date salienti, da lì, ma non solo, constatiamo che, siccome fin dalla fine di settembre erano sotto accertamento alcuni bambini che manifestavano i tipici sintomi della salmonella, il 4 di ottobre il comune provvedeva alla sanificazione “degli ambienti”.
Tutto questo ignorando, personale scolastico, genitori e bambini, tranne alcuni che nel frattempo lamentavano inspiegabili febbri e dolori di pancia, continuavano la normale attività.
Il 10 di ottobre sulla chat dei genitori della sezione A della scuola d’infanzia del G. Pascoli, tra lo stupore generale, veniva inoltrato un messaggio proveniente dalle maestre che informava che l’ASL aveva disposto la chiusura della cucina, il pranzo sarebbe stato erogato con cibi provenienti dalla cucina di Ospedalicchio e che i genitori che lo avessero desiderato avrebbero potuto riprendere i propri figli.
Seguivano una serie di domande e risposte da cui emergeva che i genitori ignoravano che lo stesso giorno era comparsa nel “registro elettronico” una comunicazione dove l’ASL informava la direzione didattica Don Bosco Umbra che erano giunte : “ulteriori notifiche di salmonellosi” riguardanti l’infanzia Pascoli unitamente alla preghiera di diffondere a tutti i genitori “l’informativa precedentemente ricevuta”, senza specificare a quale era ulteriore la notifica ne a quale era successiva l’informativa.
Dopo aver rapidamente ritirato mia figlia e, su consiglio del medico, effettuo venerdì una coprocoltura che sabato da esito positivo. La guardia medica mi consiglia di astenere la figlia dalla frequentazione fino all’ottenimento di tre esiti negativi a giorni alterni dal successivo venerdì. Il lunedì la pediatra mi spiega che quella circolare non è mai entrata in vigore e dunque valgono le linee guida che autorizzano, in quanto asintomatica, la frequentazione.
Per alcuni giorni avevo inutilmente tentato di accedere al registro elettronico fino a quando, dopo alcune telefonate mi veniva chiarito che il registro elettronico è destinato non alla scuola G.
Pascoli, le cui comunicazioni, tra cui quella in questione, vengono virtualmente affisse alla sezione bacheca della piattaforma “classeviva” (con quella della direzione didattica è la terza piattaforma), ma alle scuole medie, la primaria Umberto Fifi, quella di Costano ecc.
Contestando all’incontro del 17 un difetto di comunicazione mi viene risposto che la mancanza sarebbe la mia in quanto se avessi quotidianamente consultato il “registro elettronico” avrei avuto direttamente il 10 le informazioni necessarie.
Tornando quindi alla domanda di partenza, penso invece che: la forte preoccupazione dell’autorità di creare “allarmismi” (nella comunicazione dell’11 la parola ricorre due volte) tradisce un paternalismo illegittimo e controproducente. Illegittimo perché se mi è concesso, sta a me, sulla base delle informazioni a cui ho diritto, stabilire se è il caso di allarmarmi o meno. Controproducente perché a seguito di quei silenzi abbiamo pensato, almeno io nella mia ignoranza, che la cosa fosse più “allarmante” di quella che ad oggi sembra. È proprio quando non si capisce che cosa sta accadendo che si assumono comportamenti irrazionali. Nel timore di non allarmarci non siamo stati allertati. Se quei fondati sospetti che
hanno indotto alla sanificazione del 4 ottobre fossero stati trasferiti agli interessati, invece che omessi, sia i genitori dei nuovi casi che gli altri avrebbero affrontato la situazione con cognizione di causa.
Ai naviganti del web che pretenderebbero un assorbimento totale del nostro tempo, nella fattispecie l’obbligo di consultare tutti i giorni il o i portali di cui neanche loro hanno dimestichezza dal momento che, almeno nel mio caso, hanno citato la piattaforma sbagliata (“registro elettronico” anziché bacheca di “classeviva”), vorrei dire che lo strumento informatico può non essere sufficiente perché, in caso di emergenza, la comunicazione deve essere totale, attiva ed efficace.
Totale perché deve raggiungere tutti gli interessati.
Attiva perché deve essere l’informatore a raggiungere l’informando e non il contrario. Un po’ come quando, sa bene la pubblica amministrazione, non ho pagato una bolletta. Costava molto aggiungere alla frase “abbiamo chiuso la mensa” la frase “perché abbiamo riscontrato casi di salmonellosi” ?
Efficace perché qualora l’informazione non raggiunga i destinatari, o non lo fa completamente, devono trovarsi sistemi alternativi e/o complementari tipo, appunto, comunicazione verbale del personale scolastico.
Credo di non essere l’unico che quando si alza la mattina la prima cosa che fa non è consultare la bacheca virtuale o il registro elettronico e credo anche che soltanto una parte di noi abbia attivato le credenziali, ne è prova il fatto che in una delle telefonate di cui prima mi veniva detto che l’ufficio era parecchio impegnato in questo periodo a seguito proprio di queste vicende.
L’informatizzazione, prima di tutto per la pubblica amministrazione, è un elemento fondamentale per lo sviluppo e la competitività ma se è usata in modo meccanico e coercitivo, rischia paradossalmente di escludere parte di quella popolazione che si vorrebbe integrata come gli stranieri o quelli che, stranieri o no, tutti i giorni vanno a lavorare e che potrebbero non disporre del tempo che pretenderebbero impacciati operatori il cui motto è : “stai qui incollato altrimenti peggio per te”.
Sebbene fatte col senno del poi, nella convinzione che venga presa in considerazione, questa è una delle opinioni che il sindaco, al quale raccomandiamo di proseguire con lo stesso impegno, ha chiesto di conoscere .

21/10/2024
Marcello Ansideri

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