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Bastia Umbra
7 Luglio 2025
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Assisi Cultura

Omelia per la Beatificazione del Ven. CARLO ACUTIS.

“Chi rimane in me, ed io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla” (Gv. 15,5).  

Con queste parole, che abbiamo ascoltato dal Vangelo di Giovanni, Gesù, nell’ultima cena, si rivolge ai suoi discepoli e li esorta a rimanere uniti a Lui come i tralci alla viteL’immagine della vite e dei tralci è molto eloquente per esprimere quanto sia necessario per il cristiano vivere in   comunione con Dio.  La sua forza sta proprio qui: avere con Gesù un rapporto personaleintimo, profondo, e fare dell’Eucarestia il momento più alto della sua relazione con Dio.   

Cari fratelli e sorelle,  

noi oggi siamo particolarmente ammirati e attratti dalla vita e dalla testimonianza di Carlo Acutis, che la Chiesa riconosce come modello ed esempio di vita cristianaproponendolo soprattutto ai giovani. Viene spontaneo domandarsi: che aveva di speciale questo ragazzo di appena quindici anni?  Ripercorrendo la sua biografia troviamo alcuni punti fermi che lo caratterizzano già umanamente.  

Era un ragazzo normale, semplice, spontaneo, simpatico (basta guardare la sua fotografia), amava la natura e gli animaligiocava a calcio, aveva tanti amici suoi coetanei, era attratto dai mezzi moderni della comunicazione sociale, appassionato di informatica, da autodidatta costruiva programmi “per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza” (Papa Francesco). Aveva   il dono di attrarre   veniva percepito come un esempio. 

Fin dbambino – ce lo testimoniano i suoi familiari – sentiva il bisogno della fede ed aveva lo sguardo rivolto a Gesù.  L’amore per l’Eucarestia fondava e manteneva vivo il suo rapporto con Dio. Diceva spesso: “L’Eucarestia è la mia autostrada per il cielo”.  

Ogni giorno partecipava alla S. Messa e rimaneva a lungo in adorazione davanti al SS. Sacramento.  Carlo diceva: “Si va dritti in Paradiso se ci si accosta tutti i giorni all’Eucarestia! “ . 

Gesù era per lui Amico, Maestro e Salvatoreera la forza della sua vita e lo scopo di tutto ciò che faceva.  Era convinto che per amare le persone e fare loro del bene bisogna attingere l’energia dal Signore.  In questo spirito era molto devoto della Madonna.     

Suo ardente desiderio inoltre era quello di attrarre quante più persone a Gesùfacendosi annunciatore del Vangelo anzitutto con l’esempio della vitaFu proprio la testimonianza della sua fede che lo spinse con successo aintraprendere un’opera di evangelizzazione assidua negli ambienti che frequentavatoccando il cuore delle persone che incontrava e suscitando in esse il desiderio di cambiare vita e di avvicinarsi a Dio. E lo faceva con spontaneitàmostrando col suo modo di essere e di comportarsi l’amore e la bontà   del Signore. Straordinaria infatti era la sua capacità di testimoniare i valori in cui credeva, anche a costo di affrontare incomprensioni, ostacoli e talvolta perfino di essere deriso.  

Carlo sentiva forte   il bisogno di aiutare le persone a scoprire che Dio ci è vicino che è bello stare con   Lui per godere della sua amicizia e della sua grazia. 

Questo suo modo di pensare gli faceva dire che la rete non è solo un mezzo di evasione, ma uno spazio di dialogo, di conoscenza, di condivisione, di rispetto reciproco, da usare con responsabilità, senza diventarne schiavi   e rifiutando il bullismo digitalenello sterminato mondo virtuale bisogna saper distinguere il bene dal male Iquesta prospettiva positiva incoraggiava ad usare i mass-media come mezzi a servizio del Vangelo, per raggiungere    quante più persone possibili e far loro conoscere la bellezza dell’amicizia con il Signore. A questo scopo si impegnò ad organizzare la mostra dei principali miracoli eucaristici avvenuti nel mondo, che utilizzava anche nel fare catechismo ai bambini. 

Era molto devoto della Madonna, recitava ogni giorno il Rosario, si consacrò più volte a Maria per rinnovarle il suo affetto e per impetrare la sua protezione.  

Preghiera e missione dunque: sono questi i due tratti distintivi della fede eroica del Beato Carlo Acutis, che nel corso della sua breve vita lo portò ad affidarsi al Signore in ogni circostanzaspecialmente nei momenti più difficili.  

Con questo spiritovisse la malattia che affrontò con serenità e lo condusse alla morte. Carlo si abbandonò tra le braccia della Provvidenza, e, sotto lo sguardo materno di Maria ripeteva: “Voglio offrire tutte le mie sofferenze al Signore per il Papa e per la Chiesa. Non voglio fare il Purgatorio; voglio andare dritto in Paradiso” (Positio, Biografia documentata, 549).  Parlava così – ricordiamolo – un ragazzo di quindici anni, rivelando una sorprendente maturità cristiana, che ci stimola e ci incoraggia a prendere sul serio la vita di fede.  

Carlo suscitava poi grande ammirazione per l’ardore con cui nelle conversazioni difendeva la santità della famiglia    e la sacralità della vita contro l’aborto e l’eutanasia.   

  Per comunicare questo bisogno spirituale si serviva di ogni mezzo, anche dei mezzi moderni della comunicazione sociale, che sapeva usare benissimo, in particolare Internet, che considerava un dono di Dio euno strumento   importante per incontrare le persone e diffondere i valori cristiani 

 

Il novello Beato, ancora, rappresenta un modello di fortezza, alieno da ogni forma di compromesso, consapevole che per rimanere nell’amore di Gesù, è necessario vivere concretamente il Vangelo (cfGv 15,10), anche a costo di andare controcorrente.  

Egli ha fatto veramente sue le parole di Gesù: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (v. 12). 

 Questa sua certezza di vita lo portava ad avere una grande carità verso il prossimo, soprattutto verso i poveri, gli anziani soli e abbandonati, i senza tetto, i disabili e le persone che la società emarginava e nascondeva Carlo era sempre accogliente con quanti erano nel bisogno e quando, andando a scuola, li incontrava per strada si fermava a parlare, ascoltava i loro problemi e, nei limiti delle sue possibilità, li aiutava. 

  Carlo non si è mai ripiegato su se stesso, ma è stato capace di comprendere i bisogni e le esigenze delle personenelle quali vedeva il volto di Cristo. In questo senso, ad esempio, non mancava di aiutare i compagni di classe, in particolare quelli che erano più in difficoltà.   

Una vita luminosa dunque tutta donata agli altri, come il Pane Eucaristico.   

Cari fratelli e sorelle, la Chiesa   gioisce, perché in questo giovanissimo Beato si adempiono le parole del Signore: “Io ho scelto voi e vi ho costituito perché andiate e portiate molto frutto” (v. 16).   

Carlo è “andato” ed ha portato il frutto della santità, mostrandolo come   meta raggiungibile da tutti e non come qualcosa di astratto e riservato a pochi.   

La sua vita è   un modello particolarmente per i giovaninon trovare gratificazione soltanto nei successi effimeri, ma nevalori perenni che Gesù suggerisce nel Vangelo, vale a dire: mettere Dio al primo posto, nelle grandi e nelle piccole circostanze della vita, e servire i fratelli, specialmente gli ultimi.    

La beatificazione di Carlo Acutis, figlio della terra lombarda, e   innamorato della terra di Francesco di Assisi, è una buona notiziaun annuncio forte che un ragazzo del nostro tempo, uno come tanti, è stato conquistato da Cristo ed è diventato un faro di luce per quanti vorranno conoscerlo e seguirne l’esempio.   

Egli ha testimoniato che la fede non ci allontana dalla vita, ma ci immerge più profondamente in essa, indicandoci la strada concreta per vivere la gioia del Vangelo.  Sta a noi percorrerlaattratti dall’esperienza affascinante del Beato Carlo, affinché anche la nostra vita    possa brillare di luce di speranza.   

Beato Carlo Acutis, prega per noi! 

 

                                                                         Card. Agostino Vallini 

 

Le foto della preziosa reliquia del cuore del Beato Carlo Acutis che durante la celebrazione sarà portata processionalmente dai genitori del giovane Beato e collocata nei pressi dell’altare.
Credits Foto Diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino.

 

 

Testi della Messa di Beatificazione 

 Is. 25, 6-10; Sal 22; Fil. 4, 12-14, 19-20. Gv. 15, 1-16.  

 

 

RINGRAZIAMENTO DEL VESCOVO MONS. DOMENICO SORRENTINO

 

L’anima mia magnifica il Signore! Non ci sono che le parole di Maria, per dire adeguatamente la nostra gioia.  

Oggi il Cielo si è fatto più vicino. Quell’«autostrada» eucaristica che Carlo amava percorrere in velocità per arrivare al Cielo, oggi egli l’ha percorsa in senso inverso per tornare a noi col volto raggiante di beatitudine.   

Grazie al Signore, che ha fatto cose tanto belle nella sua breve ma intensa vita.  

Grazie a papa Francesco che ha fatto questo regalo alla Chiesa, riconoscendo in Carlo un modello di santità soprattutto per i giovani.    

Grazie al cardinale Agostino Vallini che lo ha rappresentato in questa celebrazione. 

Grazie ai genitori di Carlo – Andrea e Antonia – che hanno accolto nella loro vita questo dono dall’alto, qual è un figlio per tutti i genitori, e hanno rispettato e assecondato il suo cammino di santità. 

Grazie alla Chiesa di Milano, che lo ha accompagnato nella crescita umana e spirituale, introducendo  la causa che oggi lo ha portato agli onori degli altari.   

Grazie alla postulazione e all’associazione “amici di Carlo Acutis” che hanno preparato questo giorno radioso e a coloro che hanno curato lo svolgimento della celebrazione. 

Grazie ai confratelli vescovi delle Chiese umbre che, specie con la pastorale giovanile, si sono attivamente coinvolte. 

Grazie alla fraternità del Sacro Conventoalle altre fraternità francescane e comunità parrocchiali di Assisi per la disponibilità generosamente mostrata. 

Grazie all’Amministrazione comunale, alla Regione, alla Provincia, alle autorità civili, alle forze dell’ordine, ai volontari, per l’attiva collaborazione. 

Grazie agli operatori della curia diocesana che si sono dedicati senza risparmio di energie.   

Grazie a tutta la comunità di Assisi, nella quale Carlo è venuto a respirare la spiritualità di Francesco, trovando poi riposo con i suoi resti mortali nel Santuario della Spogliazione.   

Qui, per un disegno provvidenziale, Francesco e Carlo sono ormai indissociabili.  

Al di là delle distanze del tempo e della diversità delle figure, alcuni fili d’oro li uniscono.   

Il programma di vita di Carlo – essere sempre unito a Gesù – il suo amore per l’Eucaristia, la sua devozione per la Vergine Santa, il suo farsi amico dei poveri, lo avvicinano alla spiritualità del Poverello. Entrambi ci invitano a vivere secondo il Vangelo. 

Oggi la Chiesa di AssisiNoceraGualdo, esulta, in sintonia con la Chiesa di Milano, e con i  pellegrini venuti così numerosi, pur nella contingenza della  pandemiaCon l’intercessione di Carlo imploriamo il Signore, perché riduca i tempi di questa prova, così aspra per tutti,  ma soprattutto per  più poverisempre meno capaci di difendersi. 

Proprio guardando a loro, quasi come sigillo di gratitudine all’evento odierno, la Chiesa di Assisi, attraverso il Santuario della Spogliazione promuove una iniziativa di carità che vuole essere di stimolo al rinnovamento della stessa economia: il «Premio internazionale Francesco di Assisi e Carlo Acutis per una economia della fraternità»È una piccola  risposta all’Enciclica “Fratelli tutti” che esattamente una  settimana fa papa Francesco ha firmato in questo luogo di grazia.  

Voglia Gesù, con l’esempio di Carlo, aiutarci a prendere sempre più sul serio la fede.  Soprattutto i giovani  possano trovare la strada della gioia vera, vivendo la bellezza di questa terra senza smettere di guardare al Cielo.  

Viva Gesù! Viva Carlo con Gesù! 

 

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