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Bastia Umbra
5 Luglio 2025
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Assisi Cultura Politica

Giovanna Sensi e Inoun Dotan Ben-Soussan per la Giornata della Memoria, per non dimenticare.

Shoah: termine ebraico che significa “tempesta” e col quale si suole indicare lo sterminio del popolo ebraico durante il Secondo conflitto mondiale.
Fra il 1939 e il 1945 circa 6 milioni di Ebrei vennero sistematicamente uccisi dai nazisti del Terzo
Reich con l’obiettivo di creare un mondo più ‘puro’ e ‘pulito’.
Alla base dello sterminio c’era un’ideologia razzista e specificamente antisemita, che affondava le
sue radici nel IXX sec. e che i nazisti, a partire dal libro Mein Kampf («La mia battaglia») di A. Hitler
(1925), posero a fondamento del progetto per edificare un mondo ‘purificato’ da tutto ciò che non
fosse ‘ariano’.
Alla ‘soluzione finale’ (così i nazisti chiamarono l’operazione di sterminio) si arrivò attraverso un
processo di progressiva emarginazione degli Ebrei dalla società tedesca. Le leggi di Norimberga del 1935 legittimarono il boicottaggio economico e l’esclusione sociale dei cittadini ebrei; dal 1938, e in particolare dalla cosiddetta ‘notte dei cristalli’ (8-9 novembre 1938, quando in tutta la Germania le sinagoghe furono date alle fiamme e i negozi ebraici devastati) in poi, il processo di segregazione e repressione subì un’accelerazione che sfociò nella decisione, presa dai vertici nazisti nella Conferenza di Wannsee (gennaio 1942), di porre fine alla questione ebraica attraverso lo sterminio sistematico.
Lo sterminio partì dalla Germania, ma si espanse via via con le conquiste del Terzo Reich, colpendo gli Ebrei dei paesi occupati, vale a dire di quasi tutta Europa.
In questa caccia all’uomo che dilagava ormai ovunque, Assisi, città natale di Francesco de Bernardone, faro in mezzo al mare per ogni cattolico della chiesa di Roma, divenne l’isola di salvezza per tanti e tanti ebrei. I suoi monasteri, le sue diocesi le sue chiese divennero infatti il loro rifugio. Fu proprio il Vescovo di Assisi, Monsignor Placido Nicolini coadiuvato da Padre Aldo Brunacci, che con il più completo e totale impegno verso questa causa, creò una vera e propria rete di assistenza clandestina per accogliere e nascondere i rifugiati che riuscivano a scappare. Coinvolti  in questo slancio di solidarietà, tantissimi volontari di Assisi, sia laici che religiosi; come il guardiano del convento di San Damiano Rufino Nicacci, un giovane fraticello del Sacro Convento di San Francesco Michele Todde, la Superiora delle Clarisse Colettine e la superiora delle clarisse di San Quirico, il Podestà di Assisi Arnaldo Fortini e tanti altri fino ad arrivare a Luigi Brizi e suo figlio Trento che nel retrobottega della loro tipografia stamparono centinaia di documenti, carte d’identità e tessere annonarie con nomi fittizi ripresi da persone provenienti da quei paesi già occupati dagli alleati e non controllabili. A chiudere il cerchio il celebre ciclista Gino Bartali, che fingendo di allenarsi faceva la spola tra Assisi e Firenze trasportando i documenti nascosti nel telaio della sua bici: le famiglie Viterbi, Fano, Jakobson, Baruch, Kropf, Majonica, Eppinigi, Romanoski, Lyovin e Corinaldi, trovarono così rifugio e salvezza tra le mura dei conventi e nel vescovado di Assisi. Proprio il Vescovo infatti aveva autorizzato l’utilizzo di luoghi normalmente interdetti alle persone a causa delle regole monastiche della clausura, di cui fece aprire le porte; ben 26 furono i conventi ospitanti. Anche Padre Rufino Nicacci, il padre guardiano del Monastero di San Damiano, ebbe un ruolo molto importante nell’organizzazione, procurando falsi documenti, trovando luoghi di rifugio in monasteri e conventi e facendo vestire gli ebrei con abiti di suore e monaci. La rete organizzativa non solo permetteva agli ebrei di rimanere in vita, ma si sforzava di fornire loro anche assistenza religiosa e spirituale.
Fu proprio Padre Brunacci, che dopo la guerra, descriveva così la fermezza del vescovo di fronte al pericolo:
 
“Non dimenticherò mai quanto le minacce fossero concrete e insistenti: ciò nonostante, il Vescovo rimase determinato e fermo nelle sue decisioni. Non si lasciò intimidire e continuò a fare ciò per cui era chiamato, da buon pastore. Ricordo molto bene la forza e la fermezza dimostrata da Monsignor Nicolini di fronte ai ripetuti allarmi dei “pezzi grossi” che si sentivano in dovere di suggerire prudenza e moderazione. Ci sono momenti nella vita di ciascuno, nei quali è facile confondere la prudenza con una vita calma e tranquilla: ci sono momenti in cui viene richiesta una certa dose di eroismo. Monsignor Nicolini scelse la strada dell’eroismo.  “
 
Pertanto, se pur triste, è questa un’occasione per rinnovare e ricordare la storia esemplare di questa città, che anche in un momento così difficile ha trovato comunque lo slancio e lo spirito giusto di solidarietà e fratellanza, nonostante la consapevolezza dei rischi che stava correndo.
Assisi, dunque, come predicava Francesco, si è fatta città dell’accoglienza e della solidarietà e
i suoi eroi con i loro gesti folli e al tempo stesso coraggiosi e necessari vanno ricordati e presi ad
esempio.
Il giorno della Memoria non è una partecipazione collettiva fine a se stessa per una
solidarietà ormai inutile, ma un atto di riconoscimento di questo terribile fatto; come se, oggi come
allora, ognuno di noi si affacciasse a guardare dentro quei campi di concentramento per vedere e
riconoscere tutto il male che vi è stato fatto.
Purtroppo dopo la Shoah un altro termine è stato coniato: genocidio!  E tanti ce ne sono
stati e tanti ancora sono in essere sulla faccia della terra.
 
“I mostri esistono, ma sono troppo pochi per essere pericolosi; sono molto più pericolosi gli uomini comuni, i funzionari pronti a credere ed obbedire senza discutere…”
                                                                                                  Primo Levi 1976
 
“A molti individui o popoli può accadere di ritenere più o meno consapevolmente che ogni straniero è nemico. Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; (….) ma quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora, al termine della catena sta il Lager. Esso è il prodotto di una concezione del mondo portata alle sue conseguenze con rigorosa coerenza: la concezione sussiste, le conseguenze ci minacciano!
                                                                                     Primo Levi Pref. “Se questo è un uomo”
 
Padre Rufino Nicacci venne proclamato Giusto fra le Nazioni nel 1976.
Monsignor Giuseppe Placido Nicolini e Padre Aldo Brunacci vennero proclamati Giusti fra le Nazioni nel 1977.
Luigi Brizi e suo figlio Trento vennero proclamati Giusti fra le Nazioni nel 1997.
 
Con la gentile concessione dello Yad Vashem e la traduzione della Dott.ssa Isabella Fischi
 
 26/01/2016
Giovanna Sensi & Inoun Dotan Ben-Soussan – Movimento per Mignani Sindaco

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