Assisi, 30 giugno 2014: le affermazioni della Regione Umbria, che leggiamo oggi anche a mezzo stampa, sulla chiusura del punto nascita di Assisi sono “lesive dell’immagine della città” e, quindi, ci costringeranno, oltre al ricorso al TAR, anche ad attivare tutti gli ambiti di tutela dell’immagine.
Dei punti nascita dell’Umbria, alcuni sotto il limite dei 500 parti all’anno, si chiude solo quello di Assisi, motivandolo con la vicinanza della serafica città ad altri ospedali, ma scordandosi che il bacino di utenza del comprensorio é di 70.000 residenti e che il calo delle nascite ad Assisi (dalle 700 iniziali) deriva dal “voluto smantellamento” a partire dallo spostamento dei primari.
Questa decisione “non passerà” (al costo di fare “azioni fisiche plateali di difesa”) e la presidente Marini sappia che questo “affronto ad Assisi” é grave e determinerebbe il blocco di tutte le relazioni istituzionali (anche sulla vicenda del Piani Urbani Complessi II: la sentenza del TAR – oggi al Consiglio di Stato – che da ragione al Comune di Assisi potrebbe essere “resa esecutiva” rimettendo in discussione molti progetti già finanzianti in tutta la Regione).
Ufficio Stampa Comune di Assisi