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14 Novembre 2024
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Franco Possati: “Il cittadino viene prima del Mercato”.

In attesa della fase 2, togliere quella burocrazia che rallenta, impedisce la ripresa economica

 

Ancora non è finita, dobbiamo stare chiusi in casa ancora per alcuni giorni, speriamo il meno possibile, ma in questa “clausura” che ci rimane suggerisco di dedicare una parte della giornata, tutti nessuno escluso, a pensare come riproporre quel miracolo italiano spesso ricordato da giornali e televisioni. 

Sono fermamente convinto che la disponibilità di denaro sarà importante, ma proprio per questo non dovremo, tutti insieme cittadini ed istituzioni, permettere che i soliti furbetti vanifichino una ripresa miracolosa, di cui noi italiani siamo capaci. 

La storia ci ha insegnato che se vogliamo possiamo fare tutto e bene, ma ci ha insegnato anche che possiamo distruggere tutto. 

In tempo di globalizzazione ogni cosa è stata fatta in funzione del mercato. 

Il dio mercato è tutto e fa tutto. 

Si è anteposto l’interesse del mercato all’interesse dello Stato, che non è una identità astratta, ma tutti noi cittadini. 

Lo Stato è diventato un ostacolo con i suoi innumerevoli Enti sovraordinati o sottoordinati e le sue innumerevoli leggi, speso incomprensibili ed in contrasto tra loro e molto spesso cervellotiche i cui effetti sono dannosi. 

Il mercato che crea ricchezza e lo Stato non possono esistere indipendentemente. 

In poche parole, per realizzare un nuovo miracolo italiano, è necessario che lo Stato (il cittadino) venga prima del mercato, ma nel contempo che tutte le istituzioni comunali, regionali e statali si liberino di tutti quei lacci e laccioli (la burocrazia) che soffoca la libera iniziativa e quindi l’economia del fare. 

Per farvi comprendere quanto inutili ed assurdi sono quella miriadi di enti preposti a dare pareri, vi racconto un fatto, ma ce ne sarebbero tanti altri. 

Si riferisce ad un imprenditore che chiede di realizzare un nuovo opificio, naturalmente il Comune approva il progetto, ma, udite udite, un dirigente di un ufficio regionale gli prescrive di realizzare, nell’area antistanti l’edificio produttivo, una vasca per abbeverare i passeri. 

Personalmente ritengo una prescrizione pazzesca. 

Il Comune deve dotarsi di un Piano Regolatore Generale con poche norme chiare e di facile lettura, ciò è facile non è utopia, per cui basta rispettare questo strumento senza andare a ricercare altri pareri, che servono soltanto a perdere tempo. 

E qui mi rivolgo alle istituzioni, semplificate sburocratizzate, così facendo si liberano tutte quelle energie che il popolo italiano ha nel suo DNA. 

Il legislatore, molto spesso, emana leggi senza rendersi conto dei suoi effetti e sui danni che a lungo termine può produrre. 

Un esempio il BONUS SISMA, un provvedimento il linea di principio giustissimo perché rivolto a rendere le nostre case sicure a prova di terremoti. 

In sostanza la legge prevede la demolizione degli edifici non antisismici e la loro ricostruzione nel rispetto della normativa sismica, con il recupero di una consistente spesa sostenuta tramite una detrazione dalle tasse spalmata in dieci anni. 

Nulla da eccepire, una norma giustissima. 

Ma, in considerazione che la stragrande maggioranza del patrimonio immobiliare abitativo nazionale è formato da case uni-bifamiliare, possedute da persone il cui reddito non gli permette di recuperare in dieci anni, le spese sostenute, questo beneficio lo potranno ottenere soltanto i grandi gruppi immobiliari o le grandi imprese. 

Non sarebbe stato più giusto e logico fare un programma trentennale e dare il contributo a fondo perduto a quanti rendono la propria abitazione antisismica, come avviene per la ricostruzione dopo un evento sismico? 

Ma c’è, a mio avviso, un aspetto ancora peggiore, la normativa oltre alla parte economica elargisce una premialità aumentando la cubatura esistente di un buon trenta per cento. 

Traducendo in numeri questa premialità e prendendo ad esempio la realtà abitativa di Bastia, dove esistono circa 2.000.000 di metricubi abitativi da adeguare alle norme sismiche e se tutti si adeguassero, è questo lo scopo della legge, si realizzerebbe un incremento di metricubi di circa 600.000 pari a circa 4.000 abitanti, si passerebbe, nella stessa zona, da circa 13.000 a circa 17.000 abitanti. 

Se si moltiplica questo dato per tutta l’Italia, vi rendete conto dello scempio che una legge di permettere di compiere. 

Il tutto in un tessuto già urbanizzato, facendo così saltare il rapporto di aree pubbliche per abitante e tutte le reti infrastrutturali (luce, acqua, gas, fogne). 

Al danno la beffa. 

Ancora una volta la fa da padrone il dio mercato, la premialità per il puro guadagno e guarda caso per il grande capitale e non per il singolo cittadino. 

Ho voluto fare queste considerazioni per sollecitare le Istituzioni ad adoperarsi per fare leggi nell’interesse dei cittadini e non soltanto dei grandi gruppi, leggi semplici e chiare per consentire a noi di rispettarle, con la consapevolezza che il mercato non può anteporsi allo Stato, che la ricchezza, materiale e immateriale, non può e non deve essere soltanto personale, ma anche rivolta alla collettività, alle Stato. 

Concludo con una riflessione, è migliore l’Urbanistica di oggi o quella degli anni passati? È meglio che il governo del territorio sia di competenza della Pubblica Amministrazione o sia demandato al dio mercato?    

 

Bastia, 8 aprile 2020                                              

Franco Possati  

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