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Bartolini sull'imposta di soggiorno ad Assisi.

Imposta di soggiorno, sanzioni amministrative pesanti nei confronti degli esercenti delle strutture ricettive di Assisi

  

Perché ad Assisi per l’imposta di soggiorno le sanzioni previste sono più alte di quelle di Perugia? È difficilmente comprensibile, ma è la verità. Infatti dalla lettura del regolamento relativo all’istituzione dell’imposta di soggiorno da parte della maggioranza guidata da Proietti e Guarducci emergono cose a dir poco curiose.

Per quanto riguarda le sanzioni, non quelle che implicano il versamento dell’imposta, ma quelle di natura puramente formale, che lo stesso legislatore ritiene non gravi, il regolamento prevede sanzioni molto elevate. Multe salate sono infatti previste per i ritardi di risposta a questionari, l’invio di documenti e altre simili infrazioni, nelle quali si può incorrere facilmente, anche senza volerlo.

La maggior parte dei comuni (Massa Marittima, Cattolica, Jesolo ecc) ha applicato la sanzione minima di 25 euro prevista dalla legge 267/2000. Viceversa Assisi ha agito con la mano pesante e ha stabilito l’importo di euro 150, cioè sei volte di più, per errori poco più che formali.

Se poi passiamo agli errori contenuti nella dichiarazione, Perugia applica la sanzione minima di euro 50, invece Assisi quella di 150 euro: tre volte tanto!

Ma non finisce qui. Facendo il confronto sempre con Perugia, balza agli occhi che mentre i perugini dichiarano trimestralmente quanto riscosso, gli assisani hanno l’obbligo mensile. Tutto ciò implica un maggiore impegno e quindi un maggiore costo amministrativo e un maggior rischio di sbagliare e quindi di incorrere nelle salatissime sanzioni. Questo comporta altresì che, nel caso di eventuali errori di dichiarazioni, le sanzioni su Perugia possono applicarsi al massimo per quattro volte l’anno (con il minimo di 50 euro a violazione), su Assisi dodici volte l’anno (con il minimo di 150 a violazione)!! Un vero e proprio salasso che di certo non mostra il volto di un’amministrazione amica degli operatori turistici, ma piuttosto la faccia feroce dell’esattore che non vede l’ora che il povero contribuente sbagli per fargliela pagare.

Non si capisce proprio il motivo di questo comportamento vessatorio verso una categoria che per tante ragioni non ha goduto, soprattutto in questo ultimo anno, di grandi soddisfazioni economiche e che andrebbe incoraggiata e incentivata a proseguire la propria attività di fondamentale importanza per il benessere della nostra comunità cittadina.

29/09/2017

Giorgio Bartolini

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