Nel fascicolo, firmato dai 9 medici che operano al Pronto Soccorso e all’Emergenza 118, è descritta la precaria situazione lavorativa in due ambiti sanitari molto delicati che rappresentano per i cittadini il primo accesso alla struttura sanitaria.
Nella lettera, peraltro inviata a tutti i vertici politici e tecnici della regione, si parla del progressivo depauperamento dei servizi di supporto al Pronto soccorso, ricordando che negli ultimi 6 anni si sono dimessi ben 11 medici trasferendosi in altre regioni o in ospedali più grandi e sicuri.
I sottoscrittori della lettera-denuncia fanno sapere che il Pronto soccorso di Assisi accoglie dai 20 ai 50 pazienti al giorno, con picchi nei periodi influenzali e di grande affluenza di turisti.Ora – scrivono – siamo arrivati a un punto in cui il rischio clinico è diventato troppo alto e la sicurezza dei pazienti non più garantita …e questa mancanza di servizi e di specialisti di supporto ci ha portato a lavorare in condizioni precarie e insicure, certamente non attrattive per un medico che volesse venire a lavorare nel nostro ospedale. Chi resta è solo per l’attaccamento al territorio e all’ospedale stesso, che rimane una realtà professionale per l’operatore e un insostituibile servizio per l’utenza.
Negli ultimi giorni – sottolineano ancora – si lavora con un solo medico di notte per due servizi, Pronto Soccorso e Emergenza Sanitaria Territoriale-118. Da tempo stiamo rinunciando a molte garanzie previste dal contratto di lavoro: riposo dopo turni notturni o festivi, ferie non godute, surplus orario, straordinari non riconosciuti, rinuncia a congedi familiari e formativi. “Ho rappresentato al ministro questa situazione – ha affermato il sindaco consegnandogli il dossier – che purtroppo va avanti da troppo tempo e nonostante le rassicurazioni dell’assessorato regionale alla salute. Al di là dell’indebolimento dei reparti e della mancanza cronica del personale, sia medico che infermieristico e parasanitario, non dotare il Pronto Soccorso e l’Emergenza territoriale di organico adeguato significa depotenziare l’intero ospedale e arrecare un danno serio alla comunità perché viene menomato il diritto alla salute di ogni singolo cittadino. Ricordo ancora una volta che la nostra struttura serve quasi 65 mila abitanti del comprensorio senza contare i milioni di turisti che ogni anno affollano Assisi e necessita di un ospedale funzionale perché non devono esistere città dove il diritto alla salute è più garantito rispetto ad altre. Al Ministro Speranza ho chiesto con forza che il nostro ospedale venga potenziato come ospedale di territorio, questa continuerà a essere la richiesta ed è la nostra battaglia insieme ai cittadini che hanno costituito un Comitato a difesa e per il
potenziamento dell’ospedale di Assisi”.
Ufficio Stampa
Città di ASSISI