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23 Novembre 2024
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Attualità Bastia Umbra

Piano di recupero ex Giontella senza fine…

La “Casa Evolutiva” di Renzo Piano e Peter Rice tra le 6 opere censite delle architetture italiane del secondo Novecento a Bastia

L’area (ex CIM) di proprietà della ASL2 era stata acquistata dalla ditta Baldelli dopo aver ricevuto il parere dalla Soprintendenza che il manufatto non presentava interesse culturale. Oggi, dopo 10 anni, a Piano urbanistico definitivamente approvato, per la Soprintendenza l’area diventa opera selezionata sospendendo, di fatto, le opere di urbanizzazione. Allo studio una via d’uscita? Che cosa succederà alle altre cinque opere selezionate?

“Lo scorso anno dopo la demolizione della storica piscina Giontella di Bastia Umbra, sollevammo l’attenzione dei nostri lettori verso la limitrofa struttura dell’ex Cim. Nostre ricerche ci portarono a scoprire che il manufatto è il risultato di un progetto giovanile del maestro Renzo Piano e più precisamente dell’Atelier Piano&Rice avente per titolo La casa evolutiva (1978). Eventi dovuti a circostanze di progresso edilizio sembrano condurre anche questo fabbricato ad una demolizione ragione per cui la nostra rivista decise di mettere a conoscenza la cittadinanza…”. Quanto sopra è l’inizio dell’articolo che il sottoscritto scrisse a pag. 14/15 di Terrenostre nel numero di ottobre 2010 con riferimento all’art. dal titolo: “Architettura e demolizione” pubblicato nel numero di novembre 2009 pag. 18/19. Per l’occasione pubblicammo all’interno delle pagine, lo scambio di lettere avvenuto tra il sindaco Stefano Ansideri e l’architetto Renzo Piano sull’originalità del manufatto. L’articolo si concludeva: “Ma se ne parlerà ancora…”. Oggi, a distanza di 12 anni, è arrivato il momento.

UN PO’ DI STORIA

Inizialmente il Piano di iniziativa mista di recupero ex Giontella non includeva l’area dell’ex CIM, ma tra la ASL2, proprietaria dell’area, e l’impresa Baldelli, che avrebbe dovuto realizzare il pia- no, si avviò un’interlocuzione che scaturì in un’ipotesi di accordo che prevedeva lo scambio dell’area ex CIM con la realizzazione di una nuova struttura, che sarebbe diventata del- la ASL 2, ubicata in un’al- tra zona del piano. Ne sono testimonianza la richiesta della ASL 2 al Comune di Bastia Umbra (14 luglio 2010) di acquisire informazioni in merito ad eventuali ostacoli alla demolizione degli edifici presenti nella proprietà (Casa Evolutiva di Renzo Piano). A questo si aggiunge la lettera di ri sposta di Renzo Piano al sindaco Stefano Ansideri  (30 agosto 2010), che in un passaggio recita: “L’opera fu eseguita secondo gli esecutivi dell’impresa ma in modo difforme rispetto al progetto originale: mi risulta anche che la stessa in seguito fu ampiamente manomessa” concludendo “francamente non mi sento di farne una battaglia”.  A seguito della risposta di Renzo Piano, il 17 dicembre 2010, la Soprintendente dott.ssa Anna Di Bene ed il sindaco Ansideri fanno un sopralluogo sull’area e verificano il cattivo stato di conservazione degli edifici. Il 13 ottobre 2011, il Ministero dei Beni e per le Attività Culturali, allora guidato dal prof. Francesco Scoppola, rilascia alla ASL2 un parere in cui si dichiara che l’area individuata “Non presenta interesse culturale”. Alla luce di questo parere, Baldelli acquista l’area che quindi, venne inserita nel piano prevedendo l’abbattimento degli edifici.

Il piano Giontella viene adottato il 28 ottobre 2013 per essere riadottato il 19 ottobre 2017 dopo la VAS  (Valutazione Ambientale Strategica) a cui partecipa- no tutti gli attori interessa- ti tra i quali la Regione, Provincia, Soprintendenza, Usl, Arpa, ecc. A seguito della riadozione dopo la conclusione della VAS, la Soprintendenza, il 23 marzo 2019, emette parere positivo sulle opere di urbanizzazione, riservandosi di verificare i progetti esecutivi. L’Amministrazione comunale di Bastia approva il piano Giontella definitivamente il 27 novembre 2020. Un protocollo piuttosto lungo, ma che alla fine mette il sigillo ad un recupero industriale di notevole valore urbanistico della città di Bastia.

TUTTO FINITO? FORSE NO.

In seguito al recente inserimento della Casa Evolutiva di Renzo Piano e Peter Rice nel “Censimento nazionale delle architetture italiane del secondo Novecento”, tra le opere selezionate, la Soprintendenza (Direzione generale archeologia, Bel- le Arti e Paesaggio dell’Umbria), a piano definitivamente approvato, avvia un procedimento di apposizione del vincolo. Una scelta tardiva visto il pare- re espresso in precedenza? L’argomento in discussione, siamo sicuri, avrà un seguito. Il primo è capire perché durante le adozioni del 2013 e del 2017, né la Soprintendenza, né nessun altro, fece osservazioni e perché nel 2019 è stato emesso parere favorevole sulle opere di urbanizzazione le quali, con tutta evidenza, prevedevano la demolizione? In seguito al- l’avvio del procedimento per un’eventuale apposizione del vincolo sull’area in questione l’iter edilizio è stato momentaneamente sospeso in attesa della decisione della Soprintendenza. Se prevarrà il “non interesse culturale” la Casa Evolutiva di Renzo Piano verrà inevitabilmente abbattuta, se prevarrà il vin- colo si salverà. A questo punto la proprietà dovrà rinunciare a un diritto acquisito mediante un’approvazione pubblica? Chi dovrà intervenire finanziariamente alle spese di ristrutturazione e salvaguardia del- l’opera? Che cosa succederà alle altre cinque opere selezionate a Bastia?

NE PARLIAMO CON L’EX SINDACO STEFANO ANSIDERI

Come interpreta il ripensamento della Sovrintendenza sulla Casa Evolutiva di Renzo Piano?

Intanto ringrazio per avermi coinvolto per un fatto che in cuor mio ritenevo ormai definito e chiuso e sul quale avrei, comunque, espresso il mio pensiero una volta venuto a conoscenza della sua riesumazione. Interpretare il pensiero della Sovrintendenza, di riforma del parere manifestato circa 10 anni fa, è cosa impossibile, ma forse da includere in una scellerata quanto deprecabile mancanza di certezza del di- ritto, fatto tutto italiano, che investe ed interessa ogni ambito civile ed economico del- la nostra Società. Premetto che per l’attività professionale che svolgo, ho un’abitudine quasi maniacale al rispetto scrupoloso delle norme, cosa che ho fatto anche durante i 10 anni come Sindaco della mia Città; in questa ottica è da inquadrare la mia azione intrapresa nei confronti della Dirigenza di allora della Sovrintendenza, alla quale non opposi semplicemente la mia contrarietà, ma mostrai, con un sopralluogo insieme all’Arch. Anna Di Bene e con documento scritto ed autografato dall’Archistar Renzo Piano (molti forse conoscono lo scambio epistolare intercorso), quanto scarso valore avesse il manufatto non solo per le precarie condizioni in cui incuria ed abbandono lo avevano ridotto, ma perché non conforme al progetto originale. Sono un osservatore rispettoso e affascinato della Storia e dell’Arte, ma in questo caso ritengo inopportuno il desiderio di tutela caldeggiato anche da un mio con- sanguineo (per il quale nutro affetto e stima) e pochi altri, seppur di indiscussa preparazione e passione. Io non ho cambiato idea, spero sia lo stesso per la maggioranza che ha sorretto le mie Amministrazioni e per gran parte l’attuale.

Cosa ne pensa  di un eventuale investimento pubblico da parte del Comune di Bastia per favorire l’operazione?

Il mio pensiero nella risposta alla prima domanda non lascia in- travedere, per quanto mi riguarda, spiragli di possibilità di intervento diretto da parte del Comune, avendo chiaro l’uso che in alter- nativa potrebbe essere fatto delle sempre più scarse risorse economiche a disposizione. Ovviamente mi astengo dall’interferire, avendo rispetto dell’autonomia dell’Amministrazione e della non indispensabilità di andare in continuità con le precedenti, seppure dello stesso colore.

Quanto pensa possa costare un’operazione di recupero degli edifici e quale funzione potrebbero avere per il territorio?

Non ne ho idea, ma credo sia molto costosa: alla in- gente spesa relativa alla sistemazione strutturale, si dovrebbe aggiungere il costo del terreno sul quale insistono “le casette” con un’ulteriore area a servizio delle stesse. Rispetto alle funzioni che potrebbero avere per il territorio… ci sarebbe tanto spazio per la fantasia, tenendo sempre in conto il rapporto costi benefici. Il pericolo, non re- moto, è che questo inatteso quanto inopportuno intervento della Sovrintendenza possa determinare un ulteriore ritardo alla sistemazione complessiva dell’area, il cui progetto è stato già definito ed approvato in termini di contenuti urbanistici e di servizi a favore dell’intera Comunità.

ARTICOLO PUBBLICATO SU TERRENOSTRE – NUMERO DI APRILE 2021

Per saperne di più:

www.architetturecontemporanee.beniculturali.it > http://www.oicosriflessioni.it/2018/12/14/renzo-piano-e-peter-rice-casa-evolutiva-bastia-umbra/

 

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