Dopo le tragedie nei luoghi di lavoro, a partire da quella di Campello sul Clitunno, che negli anni passati hanno funestato l’Umbria, facendo raggiungere record poco invidiabili alla nostra regione, si potrebbe essere indotti a pensare che, nella notte infinita della crisi economica che ha cancellato il 25% del nostro apparato produttivo, il tema sia diventato meno rilevante.
Purtroppo non è così e lo testimoniano gli stessi dati Inail che ci dicono che in Italia e in Umbria gli incidenti mortali tornano a salire dopo anni di tendenziale, se pur lieve, calo.
A livello nazionale, a fine marzo 2016, gli infortuni mortali sui luoghi di lavoro sono aumentati del 7,3% rispetto allo stesso periodo del 2015.
In Umbria, in questa prima parte dell’anno, i morti sono già stati 4 mentre in tutto il 2015 complessivamente si erano registrati 14 decessi, 11 in provincia d Perugia e 3 in quella di Terni.
In Umbria, in questa prima parte dell’anno, i morti sono già stati 4 mentre in tutto il 2015 complessivamente si erano registrati 14 decessi, 11 in provincia d Perugia e 3 in quella di Terni.
Nell’analizzare in dettaglio il dato nazionale complessivo si può purtroppo osservare che è ricominciata tra l’altro la triste serie dei decessi di agricoltori schiacciati durante i lavori con il trattore. L’Osservatorio nazionale di Bologna ne ha già rilevati 15 nel 2016 e 5 solo negli ultimi giorni. Nel merito bisogna ricordare che i sindacati da anni stanno chiedendo ai ministri del lavoro e dell’agricoltura di fare una diffusa e incisiva campagna d’informazione e di controllo sulla pericolosità dei mezzi prima, e non dopo, che inizi quella che è una vera e propria strage nella strage.
I settori in cui avvengono piu’ incidenti sono: agricoltura, edilizia, servizi, metalmeccanica e autotrasporto.
Ma quali sono le cause di questo aumento degli incidenti, anche mortali, di fronte ad una drastica riduzione dell’attività produttiva?
La risposta possibile sta anche nelle caratteristiche di questa fase economica e sono sostanzialmente ascrivibili a tre fattori principali: il ricorso esasperato ad una sempre maggiore produttività, la frammentazione ulteriore del ciclo produttivo e l’ampio, spesso selvaggio, ricorso al sistema degli appalti e dei subappalti.
La risposta possibile sta anche nelle caratteristiche di questa fase economica e sono sostanzialmente ascrivibili a tre fattori principali: il ricorso esasperato ad una sempre maggiore produttività, la frammentazione ulteriore del ciclo produttivo e l’ampio, spesso selvaggio, ricorso al sistema degli appalti e dei subappalti.
Anche l’Umbria non sfugge a queste dinamiche generali. Lo ribadiscono i numeri. E’ quindi necessario e urgente riaccendere con decisione i riflettori su questi temi che riguardano la sicurezza nei luoghi di lavoro, Le organizzazioni sindacali lo fanno da sempre. Ma per mettere fine a questa piaga delle morti bianche è necessario un impegno più deciso, continuo e concreto anche delle istituzioni, delle imprese e politica in generale.
Mario Bravi, segretario generale Cgil Umbria
Perugia, li 2 Aprile 2016