“Un’idea, forse un sogno: ridare nuova vita commerciale e dunque sociale, ad una via del centro storico di Assisi”.
Ci si interroga spesso sui destini di questa città e sul futuro dei suoi giovani abitanti, in relazione agli aspetti sociali.
Credo che, in questa fase economica, faremmo bene a mettere da parte i temi etico/morali, lasciandoli a menti più illuminate e far si che i nostri politici, rivolgano piuttosto l’attenzione alle problematiche occupazionali, di gran lunga più contingenti al nostro territorio.
Dati i miei trascorsi da amministratore e l’amore che nutro per questa città, rivolgo agli attuali governanti, un appello: quello di verificare se esistono le condizioni per una rivitalizzazione del centro storico, muovendo a partire da un progetto relativo ad una strada completamente dimenticata (commercialmente parlando), via San Gabriele dell’Addolorata.
La questione è proprio questa: possiamo mettere in atto delle strategie per far sì che San Gabriele, possa “reinventarsi” come la via dedicata alle arti e ai mestieri di un tempo? È desolante,infatti, vedere saracinesche chiuse o attività commerciali storiche scomparse!
E vedere che tutto ciò accade sempre più di frequente sul nostro territorio e si verifica (proprio) in una delle vie più rappresentative della città.
Ci si chiede, è Colpa della crisi o di una analisi ed interventi politici tardivi?
Via San Gabriele dell’Addolorata, infatti presenta una concentrazione di attività chiuse terrificante e dire che fino a poco tempo fa, anche in virtù della presenza degli ambulanti del sabato, rappresentava un’arteria di grande vitalità commerciale. Il caratteristico mercato della Piazzette delle
Erbe con i suoi profumi, i suoi colori e il folclore che la animava, sono solo un ricordo lontano.
Artigiani del ferro e della pietra, artiste esperte nel ricamo e nella sartoria, oppure calzolai e fioristi ma anche falegnami esperti, nella costruzione di strumenti antichi e di presepi e pellettieri, sono queste
le attività che si potrebbero incentivare all’apertura. Sarebbe stupendo pensare ad una via dedicata alla creatività delle arti e al genio della manualità, una iniziativa, di sicuro interesse turistico ma anche di alta valenza educativa per le nostre scuole e non dimentichiamo l’apporto del “Museo delle arti e dei mestieri”.
La produzione locale dei manufatti, attraverso il recupero delle arti manuali e l’ individuazione delle maestranze artigianali attive del territorio, potrebbe consentire, importanti risvolti occupazionali insieme alla valorizzazione, alla promozione e commercializzazione dei prodotti stessi. Occorrono, per fare questo, scelte coraggiose e l’amministrazione dovrebbe impegnarsi, sin dal prossimo bilancio comunale, per dare la possibilità di far rinascere un nuovo ma al contempo vecchio commercio. L’applicazione della tassa di soggiorno potrebbe mettere a disposizione parte delle risorse
economiche atte ad attivare ed incentivare i commercianti su questa strada. (ci sono già 40.000€ dal bilancio 2014 a disposizione e sono pochi). Ma sappiamo molto bene che lo startup delle imprese artigianali necessita di molto altro.
Ad esempio, si rende necessario attivare un nucleo operativo e di controllo, per la gestione strategica operativa delle attività da promuovere, ma anche per quelle già attive. Tali azioni, unitamente alle economie, messe a
disposizione, devono essere in grado di individuare gruppi di giovani motivati per dare loro una formazione adeguata sia professionale sia nel marketing non prescindendo dallo studio delle lingue.
Inoltre, si potrebbero attivare, politiche di contenimento degli affitti, contributi sui costi fissi nei primi anni di attività e una facilitazione di accesso al credito. Tuttavia, questo potrebbe non bastare.
Attualmente, la competitività del mercato si combatte creando una rete di rapporti commerciali tra aziende, (consorzi, associazioni di impresa), per una organizzazione ingegneristica nell’azione di produzione e di vendita, rivolta a più canali commerciali, anche esteri. Questo progetto potrebbe rappresentare un modello che, a partire dal centro storico, quale se ne dimostrasse la sua efficacia, si potrebbe estendere ad altre esperienze nel fare impresa e rappresentare un sostegno anche alle attività in difficoltà pre/esistenti. I fallimentari tentativi di promuovere lavoro e sviluppo artigianale con il progetto
“Incubatrice”, è miseramente naufragato. Scelte logistiche sbagliate e assenza di strategie commerciali, adeguate, hanno determinato, scarni risultati. Tale esperienza insegna che le risorse e i beni comunali, debbono essere impegnati con progetti seri ed adeguatamente monitorati nelle diverse fasi di sviluppo….. altrimenti tutto sarà considerato illusorio e privo di ogni riscontro pratico.
La proposta è lanciata. La discussione è aperta.
29/09/2014
Francesco Mignani