Ri@mbienti@moci, una necessità!
Sembra che questo nostro mondo, non sia più tanto nostro.
Sembra che ci stia sfuggendo di mano.
Sembra che nonostante gli sforzi, non riusciamo più a tenere il passo che noi stessi abbiamo deciso di dettare.
Paradosso.
Siamo diventati pedine schizofreniche in una pianeta che ospita una società che non riusciamo più a comprendere. Siamo noi, è vero, ma forse non ci riconosciamo più. Manca il discernimento, manca il giusto. Depressi da una crisi enorme, latente, che ci ha roso da dentro e di cui ci siamo accorti soltanto quando ci ha infilato le mani in tasca.
Mancano valori. Forse ancor di più mancano visioni. Con grande bisogno di certezze ci aggrappiamo a quel poco che ci sembra sicurezza.
Ma abbiamo bisogno che le nostre certezze ripartano da noi: riambientarsi, appunto. Cercare di adattarci nuovamente, per quel che possibile, a quel mondo che abbiamo prodotto.
Il solo pensare che occorra “riambientarsi” all’interno di un ecosistema che noi stessi abbiamo costruito, deviato, manipolato, rende idea della nostra infinitesima esistenza.
Eppure oggi questo è neccessario: a partire dall’ambiente, dal riscoprire un equilibrio con la nostra madre Terra, che abbiamo modificato a nostro piacimento, oltre il limite: usata, spremuta, sfruttata, sporcata, sfregiata, in un processo irreversibile. Per garantire un futuro prospero ai nostri figli dobbiamo fermarci finché siamo in tempo. Quanto meno per capire la direzione da prendere.
Dobbiamo capire, conoscere e pensare, ma soprattutto dobbiamo capirci, conoscerci e riconoscerci, in spazi comuni, che siano fisici o virtuali, in luoghi condivisi, insieme.
Noi, Libere Frequenze, siamo uno spazio, un tempo, un modo, e cerchiamo di essere anche un perché, un interrogativo sull’uomo, sull’integrazione nella società, sulla nostra realtà. Vogliamo riportare il centro del dibattito sul “noi”, sul presente e sul futuro dell’ambiente in cui cresceranno i nostri figli: partendo da Bastia. Quando abbiamo creato questo spazio lo abbiamo fatto con la stessa energia con cui adesso stiamo ripartendo, spinto ora più che mai dal soffio positivo che soltanto chi ha visione può leggere nelle circostanze più difficili. L’obiettivo è muovere pensiero, idee, cultura: solo così potremo riambientarci, riprendere il controllo di noi e di quello che ci circonda. Solo così potremo non essere vittime della nostra retorica.
Noi, che dobbiamo tornare a riappropriarci del nostro ambiente – ecologico, sociale, politico, antropologico. Da questa esigenza nasce il nome del festival che si terrà il prossimo fine settimana a Bastia:Riambientiamoci. Un programma ricco di iniziative ed eventi: musica, mostre e concorsi fotografici, una installazione collettiva di opere a difesa dell’ambiente, dibattiti sulle tematiche dell’ambiente della istruzione, della legalità e della comunicazione. Un impegno per una educazione civica in favore delle tematiche ambientali che parte dal coinvolgimento delle nuove generazioni, con momenti dedicati agli studenti delle scuole.
Noi sposiamo completamente le tematiche del festival, perché le sentiamo nostre, le sentiamo vicine, ma soprattutto perché le sentiamo necessarie.